La pandemia da coronavirus inevitabilmente ha lasciato un senso di vuoto nelle nostre vite. Dal mese di marzo ad oggi, sono stante le storie che hanno caratterizzato il periodo storico che stiamo ancora vivendo. Come quello che è accaduto a Claudio Bisio. Il celebre attore e comico di Zelig, durante le prime settimane del lockdown, ha dovuto affrontare un difficile momento che, a distanza di mesi, non riesce ancora a dimenticare. Come ha rivelato in un'intervista che ha rilasciato a Il Corriere della Sera, Bisio ad Aprile ha visto morire sua madre, ma quattro mesi dopo ancora non comprende le cause della scomparsa, e non è dato sapere se la donna sia morta o meno a causa del Covid.
Nel lungo flusso di coscienza, Claudio Bisio si rivela a 360 gradi affermando che i mesi appena trascorsi sono stati molto difficili da affrontare, sobillati da ansie, paure e rabbia. "Per me la pandemia è stato un momento molto difficile. Non so come spiegarlo, ma è così - esordisce l'attore durante l'intervista -. Il 4 aprile è venuta a mancare mia madre. Aveva più di 90 anni e non saprò mai le cause della sua morte. Se era malata di Covid? Questo ancora non lo so". Attimi di grande apprensione, eppure Claudio Bisio ha cercato di stare vicino alla madre fino all'ultimo secondo, usando ovviamente tutte le precauzioni del caso. "Non mi potevo avvicinare a lei - continua -. Volevo comunque restare al suo fianco. Ho indossato guanti e mascherina per proteggere lei e me stesso. Un'esperienza drammatica".
E aggiunge: "Una sensazione che non si riesce a spiegare. Se non hai vissuto in prima persona la paura del Coronavirus, non si può comprendere fino in fondo il disagio di quella malattia". Il dolore resta, questo vero, ma Claudio Bisio trova comunque la forza di andare avanti e (a fatica) di voltare pagina. L'intervista, poi, si sofferma anche su altri temi. "Ho un bilancio neutro della quarantena - continua -. Un periodo di luce e ombre che ha messo in evidenza le mie fragilità e tutte le mie mancanze. Mi ha spinto però a guardare la situazione in modo diverso". Bisio afferma che quei due mesi e mezzo di confinamento per lui sono stati un modo per dialogare con il lato destro del suo cuore e capire come affrontare il domani. Il pensiero è rivolto, infine, anche al mondo del lavoro. Al suo in particolare. "Il teatro è un habitat, per me. Fa strano vederli chiusi e vuoti. Il futuro, però, resta e deve essere il digitale", conclude.