Si arricchisce di un inaspettato capitolo la controversa vicenda con protagonista Guido Pella, mancino di Bahia Blanca recentemente costretto al forfait al Western & Southern Open per le sue frequentazioni con Juan Manuel Galván, preparatore fisico suo e di Hugo Dellien, anch’egli estromesso dall’entry list delle qualificazioni. Galván era risultato positivo al Covid-19 dopo il test effettuato nella bolla che fino alla fine dello US Open conterrà giocatori e addetti ai lavori impegnati nell’atipica combo Masters-Major.
Confinati in un albergo della Grande Mela per sette giorni, Pella e il suo coach José Acasuso sono stati nuovamente testati domenica, risultando entrambi negativi, ma la faccenda curiosa è che il tampone ha restituito il medesimo risultato a Galván: “A quanto pare non ha mai avuto il virus,” ha chiosato un perplesso Pella sulle proprie pagine social. Da qui le telefonate di protesta al dipartimento di sanità dello Stato newyorchese e alla USTA, che ha in un certo senso riabilitato il povero Guido. “Devo uscire con occhiali, maschera, guanti e altre trecento cose, ma almeno posso ricominciare a muovermi dopo una settimana di sensazioni molto negative“.
Il confinamento comminato a Pella è della classica durata di quattordici giorni, un arco temporale che cozzerebbe con le “necessità Slam” del giocatore, visto che il secondo Major dell’annata pandemica 2020 inizia lunedì 31 agosto, solo dodici giorni dopo l’inizio della sanzione.
In attesa che la spinosa – e malissimo gestita – situazione si evolva, Pella ha tenuto a ringraziare i molti che hanno tenuto a esprimergli solidarietà diffuse in questa settimana complessa, a cominciare da Novak Djokovic.
