La crisi legata al Covid ha portato i due giovani pisani in un’azienda agricola del comune di San Prospero, in provincia di Modena
PISA. «Il nostro lavoro, pensandoci, non è così diverso. Mentre in strada raccoglievamo sorrisi qui a San Prospero (in provincia di Modena, ndr) raccogliamo pere». Dice bene Marcel che con Alice si è ritrovato, nei mesi colpiti dal Covid, senza un lavoro. Loro, pisani e artisti di strada con esperienze al circo, ad un tratto disoccupati. Dalle piazze di tutta Italia si sono così trasferiti nella campagna modenese. Dagli attrezzi per la giocoleria sono passati alle cassette utili per le pere. Si sono reinventati. Lo hanno fatto grazie a Silvia Luppi, che a San Prospero appunto gestisce la sua azienda agricola.
«Mi sono affidata alla piattaforma “Job in Country” di Coldiretti che dà la possibilità di offrire lavoro nel mio caso e di trovarlo per chi ne ha bisogno». Sono le parole di Silva, che continua: «Solitamente l’agricoltura si affida alla manodopera straniera, questa estate però volevo coinvolgere i cittadini italiani in difficoltà. Quelli senza occupazione a causa del virus. In poco tempo, quasi non ci credevo, sono arrivate 400 richieste. Da qui sono iniziati i colloqui. In certi casi non sono andati nel migliore dei modi, in altri invece sono arrivati i frutti, giusto per rimanere in tema, sperati».
Quindi ecco Alice e Marcel. «Come sta andando? Con tutti molto bene – dice Silvia –. Dopo una prima settimana di rodaggio, i nuovi arrivati hanno già trovato i rimi giusti. Merito anche degli altri lavoratori sicuramente più esperti e temprati». Ne sanno qualcosa proprio Alice e Marcel che, in effetti, confermano: «La fatica non è la stessa che caratterizza il nostro mestiere. Come sono differenti anche gli orari. Non ci sono stati particolari problemi, ci siamo immediatamente calati nella nuova parte».
I due ragazzi, che vivono in un camper nei pressi dell’azienda agricola, non hanno comunque dimenticato quello che da sempre è il loro mestiere e la loro passione: «Le pere Williams sono perfette per la giocoleria, stesso discorso per le Santa Maria. Meno bene, invece, le altre tipologie che sono meno tonde e quindi più complicate da lanciare». «Mi hanno confidato che con loro non hanno gli attrezzi del mestiere – spiega Silvia – e per questo non sono riusciti ad intrattenerci con una vera e propria esibizione. Allo stesso tempo, però, ci hanno concesso qualche scambio con le pere. Ci siamo molto divertiti e ci fa piacere avere accolto qui da noi due protagonisti dello spettacolo. Un settore davvero colpito dalla crisi».