Secondo quanto denunciato dal New York Times, la Grecia avrebbe respinto "segretamente" più di 1000 migranti nei mesi passati, caricandoli su dei gommoni e mandandoli alla deriva, in mezzo al mare. È quello che è accaduto la notte del 26 luglio, quando secondo il racconto della siriana Najma al-Khatib. "È disumano", ha spiegato la signora, rivelando come quella notte lei ed altri 22 migranti, inclusi due bambini piccoli, furono portati via dal centro di detenzione da alcuni poliziotti. Gli agenti dissero loro che da Rodi sarebbero stati spostati su un'altra isola. Ma la verità non tardò a palesarsi: furono fatti salire su gommoni senza motore, abbandonati in mare e infine salvati dalla guardia costiera turca.
Il disumano respingimento dei migranti attuato dalla Grecia va avanti da parecchi mesi, secondo l'indagine condotta del New York Times. Il quotidiano statunitense che si è avvalso della testimonianza della guardia costiera turca, dei sopravvissuti, di due accademici e diversi testimoni, ha confermato attraverso foto e video, il "metodo greco". Dal canto suo la Grecia, che dal 2015 è uno dei Paesi europei più colpiti dai flussi migratori, nega ogni accusa, sostenendo di non aver mai agito illegalmente. "Le autorità greche non adottano metodi clandestini", ha dichiarato il portavoce del governo greco Stelios Petsas."La Grecia ha una comprovata esperienza nell'osservanza delle leggi internazionali, dei protocolli e delle convenzioni. Questi includono il trattamento dei rifugiati", ha concluso Petsas."Questi respingimenti sono totalmente illegali sotto tutti gli aspetti", ha dichiarato invece il professor François Crepeau, esperto di diritto internazionale ed ex rappresentante delle Nazioni Unite per i diritti umani.
Se da una parte tali metodi sono da biasimare, dall'altra va considerata la situazione critica in cui versa la Grecia, abbandonata a se stessa dalla UE e ora in conflitto con la confinante Turchia. Quest'inverno circa 3 milioni di migranti erano accampati al confine greco-turco, molti dei quali sono stati trasportati in Grecia. I maggiori disordini si sono registrati nelle isole di Chios, Samos e Lesbos, dove la popolazione locale è insorta esasperata dalla situazione. A causa dei massicci flussi migratori dalla Turchia, il premier Kyriakos Mitsotakis ha inasprito le misure di governo nei confronti dei richiedenti asilo, la maggior parte dei quali provenienti dalla Siria.
Atene ha accusato Ankara di aver usato l'arma umanitaria per disfarsi dei 3 milioni di migranti che scappavano dalla guerra in Siria e di mettere pressione sull'Occidente, al fine di ricevere aiuti e assistenza. Secondo l'indagine, durante la pandemia di Covid-19, la Grecia avrebbe espulso illegalmente i migranti già presenti su territorio greco e vietato loro di richiedere asilo per vie legali.