Il carburante che si trovava ancora nei serbatoi della nave arenata all’isola di Mauritius è stato quasi completamente rimosso, ha detto mercoledì 13 agosto il primo ministro Pravind Jugnauth: con ciò si dovrebbero evitare danni ambientali maggiori conseguenti alla dispersione del petrolio sversato in mare dalla nave Mv Wakashio dopo l'incidente avvenuto lo scorso 25 luglio, quando la petroliera è rimasta incagliata nella barriera corallina nella zona sud-est di Mauritius, di fronte alla riserva marina di Ile Aux Aigrettes dove vivono uccelli e piante rare. Circa 20 chilometri di costa sono stati interessati dalla contaminazione nell'area del Parco marino di Blue Bay, una zona di barriera corallina, acque cristalline e laghi costieri sotto tutela ambientale ai sensi della convenzione di Ramsar sulle zone umide. Solo dopo circa due settimane, il 6 agosto, la petroliera ha iniziato a perdere carburante in modo copioso a causa della lacerazione di un serbatoio. Il premier  Pravind Jugnauth aveva dichiarato lo «stato di emergenza ambientale». 

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La petroliera trasportava circa 3800 tonnellate di greggio e si stima che almeno 1000 siano finite in mare. Il fatto che il petrolio rimanente sia stato rimosso impedirà che si aggravi il danno ambientale in una zona famosa per le barriere coralline, sempre più minacciate in altre parti del mondo. La falla è stata individuata da poco, mentre il petrolio per circa due settimane invadeva uno dei mari ecologicamente più ricchi del mondo. Per Mauritius l'ambiente e il turismo rappresentano la risorsa economica principale. 

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La nave gestita dalla compagnia nipponica Mitsui Osk Lines era partita intorno alla metà di luglio e dopo esser passata per Singapore sarebbe dovuta arrivare in Brasile. A causa del mare grosso è andata in collissione con la barriera corallina e si è incagliata a Pointe d'Esny. Le autorità locali sono subito intervenute per portare in salvo i membri dell’equipaggio, ma i mezzi a disposizione per arginare il disastro ambientale erano scarsi.

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Gruppi di volontari locali si sono messi al lavoro per ripulire la costa e impedire che il petrolio si propagasse utilizzando anche mezzi rudimentali come secchi per ripulire le acque e sacchi di stoffa pieni di paglia per contenere la macchia nera. Il governo francese ha mandato soccorsi dalla vicina isola di Riunione. Il vicepresidente di Mitsui Osk Lines, dopo essersi scusato pubblicamente, ha annunciato che insieme alla Nagashiki Shipping Co., la compagnia nipponica armatrice, proprietaria della nave, avrebbe garantito il massimo sforzo. Il governo di Tokyo ha inviato esperti e una squadra di soccorso specializzata nella gestione dei disastri ambientali e nella rimozione di sostanze inquinanti a salvaguardia degli ecosistemi. Ora bisognerà osservare la velocità dell'ambiente marino di completare il recupero dalla contaminazione dispersa o precipitata sul fondale.

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JEAN AURELIO PRUDENCE

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