A bordo di uno yacht investito dall’onda d’urto dell’esplosione: «Non siamo feriti». Già attivato il consolato per farli tornare
VIAREGGIO. La gigantesca onda d’urto della seconda esplosione li ha investiti mentre erano a bordo dello yacht su cui lavorano, il Sima, di proprietà di un armatore libanese e ormeggiato nel porto turistico di Beirut dal 21 luglio. Siamo due miglia marine a sud, circa un chilometro in linea d’aria, dalla parte commerciale del porto della capitale. Dove martedì pomeriggio è apparso l’inferno. Che i tre versiliesi a bordo dello yacht Sima hanno visto in diretta, sgomenti.
I tre sono il comandante dello yacht, il viareggino (ma residente a Livorno) Pier Paolo Ercini, lo chef Aele Cabiddu, residente a Seravezza, e il motorista Valerio Melino, che vive a Viareggio. Hanno già parlato con i familiari, garantendo loro: «Stiamo bene, tanta paura ma stiamo bene: non siamo feriti». Ci sarebbero state rassicurazioni anche sul rischio di respirare veleni: è saltato in aria un deposito con 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Al momento dell’esplosione lo yacht, hanno raccontato i tre ai familiari, ha cominciato a tremare e ondeggiare: all’interno è venuto giù tutto. I danni all’imbarcazione ci sono stati, ma è logico che rispetto a quanto accaduto intorno possono dire di essersela cavata con pochi graffi. Lo stesso vale per gli altri cinque membri dell’equipaggio di un’imbarcazione che era ormeggiata a Viareggio prima di partire per Beirut, patria dell’armatore.
Per tranquillizzare ulteriormente i tanti amici che lo stavano cercando, Ercini ha scritto sul suo profilo Facebook: «Stiamo bene, non messaggiate: mi intasate il telefono». Figlio e nipote d’arte – sia il padre che lo zio hanno vissuto la loro vita per mare – Ercini è comandante da quando aveva 20 anni. Una lunga esperienza di navigazione, che lo rende uno dei nomi più conosciuti negli ambienti marittimi viareggini. Tra gli otto membri dell’equipaggio ci sono come detto anche Valerio Melino, che risiede in città ed è motorista, e Aele Cabiddu, chef con un trascorso importante anche a livello internazionale – ha lavorato in mezza Europa e per un periodo anche per il re della moda Valentino – e che abita a Seravezza. Qui Cabiddu ha gestito la Taverna Le Gradole e poi, per circa un anno e mezzo, ha lavorato a Querceta, alla Macelleria Carnicelli in piazza Matteotti. Prima di imbarcarsi ha tenuto dei corsi di cucina individuali alla Tenuta il Casone 1729 a Piano di Mommio. Nel suo curriculum lo chef Cabiddu può vantare di aver lavorato come chef privato del re della moda Valentino Garavani a Gstaad, Londra e Parigi e sullo yacht dello stilista “Blue One”. Ed è stato cuoco nei migliori ristoranti ad Amsterdam, Barcellona, Venezia, Val d’Aosta.
Dopo il primo momento di scoramento, il comandante Ercini e il resto dell’equipaggio si sono attivati per capire come riuscire ad andarsene. Al momento in cui scriviamo sono senza gasolio e con acqua ed energia elettrica razionati. Una situazione resa ancora più complicata dal fatto che sono senza passaporti: quando hanno attraccato a Beirut le autorità libanesi glieli hanno trattenuti.
L’armatore, tuttavia, si è già attivato con il consolato italiano per permettere un ritorno quanto più immediato a casa. Un ritorno che l’equipaggio vuole compiere con lo stesso yacht, una volta sistemato ciò che è stato danneggiato durante il disastro. Una tragedia immane, che porteranno per sempre dentro. —