Oltre 60 anni alla guida di negozi, ristoranti e locanda Il pioniere della Corbeille aiuta la figlia Stefania in Toscana
CARPI «Per me il lavoro è sempre stato la mia più grande passione. Ho visto una Carpi meravigliosa, piena di tedeschi e giapponesi, che arrivavano qui per la maglieria. E dopo più di 60 anni dietro al bancone i ricordi delle emozioni provate sono davveri tanti».
Franco Camurri, 73 anni, anima della Corbeille, principe del “frutta e verdura” in città, pioniere dell’innovazione del settore e protagonista di un pezzo importante della storia della città, va in pensione. Ma non appende il grembiule al chiodo. Franco continua a dare una mano alla figlia Stefania, al ristorante “Mamanonmama” di Campiglia Marittima, in Toscana, mettendo così a disposizione i tanti segreti del mestiere appresi duranti decenni direttamente sul campo.
Franco è stato precursore della gastronomia, offrendo ai clienti la possibilità di composizioni di verdura già lavata, ben prima che questa soluzione approdasse tra gli scaffali della grande distribuzione. E la sua impresa è divenuta da bottega, ristorante e, in seguito, anche locanda.
Camurri aveva 12 anni quando il suo babbo morì. «Avevo 12 anni, la mamma mi mandò a lavorare da Magnanini, alla bottega di in corso Fanti - Era il 1959. Mettevo a posto le cassette e con la mia paga davo una mano in casa. A 14 anni divenni apprendista, a 18 operaio. Maturai esperienze altrove, ma Vincio Magnanini, con il quale si era creato un rapporto di grande fiducia, mi richiamò per diventare suo socio, in vista di lasciare».
Franco porta l’innovazione: negli anni Settanta introduce le vaschette di verdure già pulite al momento della vendita e i clienti si divertono a comporre le insalate con gli ingredienti preferiti, compresa la rucola, novità per l’epoca.
Con la moglie Norina, Camurri introduce così una nuova gastronomia. E la Corbeille diviene sempre più un cult, noto anche per le sportine di carta che riportavano il marchio del negozio. Tra gli aneddoti, c’è quello di una signora che, pur non avendo grandi possibilità, acquistava alla bottega piccole quantità di aglio e cipolla pur di poter uscire con la sportina.
«In seguito aprimmo una piccola Corbeille anche in corso Cabassi - afferma Franco - Con uno dei soci della salumeria che in quegli anni era sullo stsso corso, guidata da Dondi e Serino, progettammo di realizzare qualcosa insieme». Franco e la figlia Stefania partirono così alla volta di Fauchon a Parigi, di Peck a Milano e di Londra.
Camurri, sempre alla fervida ricerca nel tradurre in realtà le sue tante idee, trovò i locali in via Carducci dove nacque una gastronomia enorme, nota per salumi, formaggi e, naturalmente, la frutta e la verdura. «Nel 1990 aprimmo anche il ristorante, con la cucina a vista - aggiunge Franco - Ben presto divenne il locale dei vip: tutti gli attori del teatro venivano da noi. Tra loro Edwige Fenech e Michele Placido. Ho incorniciato una quarantina di tovaglioli autografati, ora appesi a casa. Iniziammo anche a fare catering». Di qui, l’ulteriore svolta. «Una signora, un giorno, venne a proporci una villa a Sant’Antonio in Mercadello - racconta Camurri - Facevamo una quarantina di matrimoni l’anno. Facemmo la scelta di lasciare negozio e ristorante per aprire “La locanda del frutteto”, immersa nelle campagne a pochi chilometri dalla città».
Le figlie Stefania e Valeria, nel frattempo, si sposano e nascono i nipoti. L’avvento dell’euro rende più faticosa l’attività e Franco continua a fare il ristoratore al Club Giardino fino alla pensione. Tuttora, continua a trasmettere la sua esperienza tra i tavoli di “Mamanonmama”. —