Il Comune vuole organizzare l’addio del 16enne al campo sportivo di Cavino: «Che tutti possano partecipare»
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE. Un funerale nel campo sportivo della sua parrocchia, vicino a casa, in grado di contenere l’abbraccio di tutti i suoi amici. È questo il progetto al quale sta lavorando il Comune per l’addio a Filippo Pedron. Che aveva solo 16 anni, era un gigante di umanità e altruismo che ha dimostrato anche nella tragedia: ha donato le cornee e i tessuti. Si è spento domenica sera, in un lampo, di fronte agli occhi della sua compagnia di amici. A nulla sono serviti i disperati tentativi di salvarlo. Il sindaco di San Giorgio delle Pertiche, Daniele Canella, cerca di organizzare al meglio il commiato, perché Filippo possa ricevere tutto l’amore e la commozione che la sua scomparsa inconsolabile ha generato: «Sia lunedì che ieri mattina a nome della comunità sono andato a trovare la famiglia», spiega il primo cittadino, «non c’è ancora una data per il funerale, anche se si ipotizza questo fine settimana, probabilmente sarà sabato. La volontà della famiglia è quella che possano partecipare alla cerimonia tutte le persone che lo desiderano, in particolare gli amici, i tanti giovani che conoscevano Filippo, in paese, a scuola, nel mondo della pallavolo».
Doppia esigenza
Per andare incontro a questa urgenza Canella si sta attivando: «Con la parrocchia, i volontari della Protezione Civile e la polizia locale ci stiamo adoperando per organizzare l’addio a Filippo nel campo sportivo di Cavino, a due passi da casa sua». Si tratta di far convivere questa esigenza profonda con il necessario rispetto delle regole di sicurezza legate al contenimento delle possibilità di contagio da Covid-19: «Abbiamo immaginato uno spazio all’aperto per consentire un abbraccio vasto, corale, affettuoso. C’è tanto sconforto, il dovere di tutti è stare vicino a una famiglia benvoluta, ed è giusto lavorare perché Filippo abbia un saluto ampio, soprattutto da parte dei suoi coetanei, in totale sicurezza sanitaria».
Gigante buono
Era un gigante di due metri Filippo, le cui doti si esprimevano già nel campionato under 18. Una forza della natura piegata in un attimo, un’assurdità che il parroco di Cavino, don Gianluigi Buischio, definisce «un mistero che ci deve far riflettere sulla precarietà della vita».
Sgomento
Sgomento è stato espresso anche dal preside, il dirigente scolastico del Meucci di Cittadella, Roberto Turetta, la scuola che Filippo frequentava nell’indirizzo professionale: «Gli volevamo bene come a tutti i nostri studenti, in particolare agli alunni del professionale cui dedichiamo estrema cura e attenzione». Nella partecipazione al dolore della famiglia, Turetta ha anticipato che al funerale parteciperà una rappresentanza della scuola. «Siamo sgomenti, queste cose non dovrebbero mai succedere, ho una figlia della stessa età: e mi fermo qui». Domenica sera Filippo stava mangiando la pizza con gli amici, in un’abitazione di via Menele, ad un certo punto si è alzato e ha detto “ragazzi, non mi sento bene”, cercando un po’ d’aria, poi è sbiancato ed è crollato, perdendo i sensi. I compagni hanno pensato, per pochi istanti, stesse scherzando. Ma Filippo non si più ripreso. Lascia il padre Andrea, la mamma Raffaella Giacomazzi e due fratelli di 3 e 13 anni. —
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