C'è una grande verità che sta emergendo dalle voci su una possibile cancellazione di TikTok dagli Stati Uniti da parte di Donald Trump e, a farla emergere, sono proprio i creators della piattaforma.  È necessario tuttavia fare un piccolo salto indietro per raccontare le evoluzioni del social network della Generazione Z e del perché rischia il ban dal territorio degli States.

TikTok è un'applicazione posseduta da ByteDance, società fondata del 2012 da Zhang Yiming la quale, dopo aver sviluppato alcune app native legate al social netoworking per il mercato cinese, nel novembre 2017 ha acquisito la piattaforma di playback musical.ly poi successivamente ribattezzata TikTok.

Una nuova piattaforma che, nel giro di pochissimo tempo, ha visto la sua diffusione oltre i confini della Cina per divenire fenomeno globale (come fu, all'epoca, anche per Snapchat) con un target di popolazione molto preciso: i giovanissimi.

I recenti avvenimenti legati al movimento Black Lives Matter e ad alcune attività di politica dal basso nate spontaneamente sulla piattaforma hanno portato il social all'attenzione del POTUS Donald Trump il quale ha, recentemente, minacciato di bandire per legge l'utilizzo di TikTok dal suolo americano. Il motivo? Come sempre, quando si parla di Cina, il Presidente  che già aveva dichiarato guerra a Huawei, ha ritenuto la app un pericoloso strumento di raccolta dati del governo cinese. Attualmente la situazione sembra rimanere in una forma di stallo dato l'inserimento, nella partita, di un  nuovo player: Microsoft. Il colosso dell'informatica sarebbe interessato ad acquistare quote della società controllante di TikTok e, in questo modo, di fatto, rilegittimare la presenza del social all'interno della rete statunitense.

Ma se poi TikTok dovesse chiudere davvero? Se la ripicca di Donald Trump (che sembra abbia preso di mira la piattaforma tanto per le parodie che si fanno su di lui, quanto per il boicottaggio del suo comizio a Tulsa) avesse successo? Beh, poco male. A dirlo sono gli stessi creators della piattaforma: ragazzi e ragazze, giovani e giovanissimi, con milioni di follower che non hanno alcuna paura. "Anche se se ne andrà TikTok, io e i miei look rimarremo qui" ha detto Wisdom Kaye che, con i suoi 3 milioni di follower, è uno dei creators più seguiti. Con lui tanti altri, ragazzi e ragazze, che hanno risposto alla minaccia di Trump con una scrollata di spalle e un "le piattaforme passano, ma la creatività è solo nostra". Ed è questa la preziosa lezione che la politica deve capire per poter parlare alle nuove generazioni: il paternalismo e le punizioni che piovono dall'alto hanno vita molto più breve di qualunque social network.