AVIANO. Il castello di Aviano è in vendita. L’annuncio, apparso sul sito di una delle società immobiliari italiane più note, non lascia dubbi sulla superficie abitabile del grande, antico maschio, con la più moderna costruzione adiacente per un totale di 617 metri quadrati disposti su più piani, dotati di servizi e confort.
Il complesso, modernizzato negli anni, comprende un ampio cortile, un ulteriore giardino e una torre di guardia che affianca l’antico maniero dalla terrazza mozzafiato; viene ceduto per 550 mila euro. Non è facile prevedere chi rileverà il simbolo di Aviano dal noto arco cinquecentesco in pietra, prima assurto a difesa del feudo locale contro le invasioni barbariche, in seguito divenuto ambito bene di concreta conquista fra Patriarcato e Impero e successivamente fra veneziani e filo imperiali. Saranno noti esponenti della Serenissima a prevalere, senza armi, con un azzeccato matrimonio. Un maniero sempre abitato, quale mastio di prestigio, mentre le altre torri che circondavano il feudo, progressivamente abbandonate, anche quella principale, cadevano in rovina, riducendosi a ruderi.
Non sono mancati fra quelle mura, ora in vendita, episodi che hanno segnato la storia patria: dai valori della rivoluzione francese, portati sulla punta delle baionette da Napoleone Bonaparte alla restaurazione austriaca, sino alle guerre risorgimentali e alle più recenti vicende novecentesche. Anche gli ultimi residenti del castello, oggi in vendita, hanno lasciato un vivo ricordo nella comunità avianese.
Il generale Giovanni Frangipane di Regalbono, sindaco di fede monarchica, filo democristiano, ad Aviano dal 1951 al 1956 e la mai dimenticata Alessandra Formigoni, vicesindaco di Aviano con la giunta socialcomunista, dal 1976 al 1980, e ancora assessore per il sociale col sindaco di sinistra, Gianluigi Rellini, dal 1995 al 1999. Indubbiamente la vendita del maniero non potrà cancellare storia, ricordi e aneddoti di coloro che in quel castello hanno abitato in varie epoche, nel segno di una trasformazione di Aviano, da feudo a contado, a cittadina, infine, dall’accentuato sviluppo edilizio. Ancora una volta il maniero passerà di mano, protetto, si spera per sempre, dai giusti vincoli della Sovrintendenza ai beni artistici e culturali.
