Sotto accusa i protocolli. Covid permettendo, il campionato partirà domenica 27 settembre
ROMA. «Programmazione» sulla ripartenza e «preoccupazione» per l'applicazione futura dei protocolli anti covid che è diventata «insostenibile: parzialmente per il mondo dei professionisti e assolutamente per i dilettanti». A rilanciare l’allarme già sollevato nei giorni scorsi è ancora una volta il presidente Figc Gabriele Gravina al termine di un consiglio federale già proiettato alla prossima stagione.
«Sul protocollo siamo molto impegnati e attenti. Senza interventi condivisi e sempre rispettando la tutela della salute, il calcio, ma permettetemi di dire lo sport italiano, potrebbe subire uno smacco definitivo», le parole del presidente della Federcalcio, che dice «molto preoccupato per le condizioni della ripartenza» a nome di tutto il calcio italiano.
Non è un caso quindi lo sfogo del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli: «Senza sponsor e senza pubblico, per la C rischia di essere una ripartenza drammatica». In rapporto alla situazione epidemiologica del Paese, Gravina auspica anche la riapertura degli stadi nonostante sembri molto difficile che possa concretizzarsi da subito: «Riapertura degli stadi al pubblico? Ci contiamo. Quando? Magari non dalla prima giornata - specifica - mi sembra un po’ ottimistico». Il consiglio ha anche definito i criteri di ripescaggio in C (stando alle regole il Legnago è in pole) e ha ratificato l’inizio della serie C che senza il prologo della Coppa Italia inizierà - covid permettendo - il 27 settembre.