CAMPOLONGO. Discarica di via Rivelli a Bojon di Campolongo Maggiore, il Comune darà incarico ad un esperto di rilievo, per capire quale intervento portare avanti e cioè se puntare sulla bonifica del materiale contenente amianto sepolto nel terreno con scavi, oppure portare avanti un’altra operazione.
Ad annunciarlo è Serena Universi vicesindaca della Lega di Campolongo e assessora all’ambiente. La discarica di via Rivelli si estende su seimila metri quadri ed è stata classificata pericolosa da Arpav e Noe per la presenza di amianto e veleni industriali. Si tratta di veleni scaricati fra il 1968 e il 1972 provenienti da Porto Marghera. Dopo alcune analisi che non avevano dato riscontri preoccupanti nelle falde acquifere, ne servivano altre per procedere alla caratterizzazione ed eventuale bonifica. Dai dati Arpav sui campioni prelevati a fine gennaio sulla discarica di via Rivelli di Bojon: 4 prelievi su 5 registravano consistente presenza di amianto.
Per risalire alle responsabilità dell’accaduto sta indagando la magistratura a cui il Comune nei mesi scorsi ha fornito i dati catastali: «Ora si tratta», spiega la vicesindaco di Campolongo, «di capire come procedere. Serviranno tantissimi soldi e certo il Comune se sarà necessaria una imponente bonifica, farà appello a fondi statali e regionali. Per ora abbiamo deciso per accelerare l’iter, di individuare attraverso un incarico ad hoc un esperto di bonifiche». Saranno stanziati per questo incarico dal Comune, circa15 mila euro. «Dopo l’assegnazione a fine agosto e lo studio che sarà fatto sul terreno dall’esperto», spiega Universi, «ci sarà detto quale è la procedura più indicata da portare avanti e quella sarà l’indicazione su cui ci muoveremo».
Il Comune sottolinea come sia importante trovare una soluzione pratica. Si sa, fa notare l’ente locale, che «l’amianto è pericoloso in superficie, nel terreno va contenuto, evitando che si porti in falda». Intanto se a Bojon le cose sembrano accelerare a Mira, comune dove si erano censite una ventina di anni fa oltre 20 discariche, la soluzione per quelle più pericolose è ancora in altro mare. «Cosa si sta facendo», si chiede per l’associazione ambientalista Vas, Francesco Vendramin, «per portare via i depositi di ceneri di pirite a Dogaletto dalla discarica delle terre rose? La discarica di via Teramo a Borbiago dove sono sepolti centinaia se non migliaia di fusti tossico nocivi provenienti dalle lavorazione di Porto Marghera, quando sarà messa in sicurezza?». Il Comune di Mira con l’assessore Maurizio Barberini ribadisce che per via Teramo «la questione è gestita direttamente da un commissario ad hoc mentre per le ceneri di pirite per evitare dilavamenti di materiale in laguna la situazione è monitorata costantemente in modo efficace». —
Alessadro Abbadir
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