Di immunità crociata (o cross reattività) il professor Guido Silvestri, virologo e docente alla Emory University di Atalanta, infaticabile autore e poi coordinatore di una pagina Facebook intitolata Pillole di ottimismo, parla da tempo. L’ipotesi, che quindi necessita di ulteriori studi e conferme e dati, è che le precedenti infezioni da coronavirus comuni, come quelle del raffreddore, possano essere una sorta di protezione dal Sars Cov 2 che genera il Covid 19.
Allo stato sono diversi gli studi che vano nella direzione di questa ipotesi: alcuni studi indipendenti e pubblicati per ora su piattaforme che non prevedono revisioni “superiore”, altri due che sono stati già supervisionati e resi noti da importanti riviste come Cell e Science. È stato rilevato nel sangue di persone che non sono entrate in contatto con Sars Cov 2 le cosiddette cellule T in grado di reagire contro questo nuovo virus. Ma perché sono presenti queste cellule? La risposta, allo stato una ipotesi di confermare, è questa immunità provocata da altri quattro coronavirus che sono responsabili del raffreddore. E questo potrebbe anche spiegare perché il decorso dell’infezione è diverso da persona a persona, esclusi ovviamente i fattori di rischio che tutti abbiamo imparato a conoscere.
L’ipotesi emerge anche dalla ricerca pubblicata su Science dal team diretto da Alessandro Sette de La Jolla Institute for Immunology. “Un lavoro interessante, che potrebbe spiegare alcuni elementi rimasti finora nell’ombra, come ad esempio la diversità della risposta alla malattia fra i pazienti” commenta all’Adnkronos Salute il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco. All’inizio di quest’anno, i ricercatori che hanno studiato la risposta immunitaria adattiva a Sars Cov 2 in diverse coorti di pazienti, avevano rilevato cellule T CD4 + reattive al Sars-CoV-2 nel 50% delle persone del campione studiato che non erano state esposte al virus. L’ipotesi era che questa immunità preesistente fosse dovuta alla memoria delle cellule T rispetto ai coronavirus del raffreddore umano comune (HCoVs), che condividono una sequenza parziale con Sars Cov 2 . Per dimostrarlo, il team di Jose Mateus ha studiato campioni di sangue umano raccolti prima del 2019, quando è emerso il virus pandemico, sottoponendoli a speciali indagini. Gli autori hanno scoperto così una gamma di cellule T cross-reattive sia per Sars Cov 2 che per i comuni coronavirus del raffreddore (HCoV-OC43, HcoV-229E, HCoV-NL63 e HcoV-HKU1). Sulla base del loro lavoro, i ricercatori suggeriscono che è plausibile ipotizzare che un’esposizione preesistente ai virus del raffreddore possa contribuire alle variazioni della gravità della malattia nei pazienti con Covid 19.
L'articolo Coronavirus, ecco come prendersi un raffreddore può aiutare a proteggersi dal Covid. Gli studi su Science e Cell proviene da Il Fatto Quotidiano.