Bonetti e Colaninno: «Prosegue il confronto con Patuanelli». Lunedì 3 agosto l’ultima colazione delle lavoratrici al presidio
MANTOVA. Il contatore della protesta segna quarantacinque giorni di mobilitazione, ma gli ultimi due hanno un respiro diverso, più rilassato. Il sollievo distende la linea delle labbra dietro le mascherine, addolcendo anche lo sguardo, però nessuno si fa illusioni: se il rientro in fabbrica, lunedì, permette di declinare al futuro l’avventura imprenditoriale di Corneliani, per il rilancio vero serve altro. Servono soci motivati, soldi freschi e un piano industriale rigoroso.
Lo meritano le lavoratrici e i lavoratori che hanno fatto della loro mobilitazione «un capolavoro di lotta sindacale» (l’espressione è del segretario della Filctem Cgil, Michele Orezzi), lo ripetono i sindacati stessi e lo pretende lo Stato, che sulla ripartenza della Corneliani ha investito 10 milioni. Soldi che non può permettersi di bruciare. Così, tutte le dichiarazioni ufficiali diluiscono la gioia nel richiamo a un impegno per il futuro prossimo, che spinga la volontà oltre la collezione da terminare e gli ordini in sospeso da soddisfare.
BONETTI E COLANINNO
«Ci sentiamo felici e orgogliosi di questo risultato, ora proseguiamo il lavoro per un piano di rilancio – commentano il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, e il deputato Matteo Colaninno, entrambi mantovani e di Italia Viva – I sindacati, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori ci hanno chiesto d’intervenire di fronte a una situazione che sembrava ormai senza alcuna soluzione e, con il prezioso lavoro del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, siamo riusciti a sbloccare la stallo». Per Bonetti e Colaninno la riapertura della fabbrica «è una svolta e una notizia bellissima per le donne e gli uomini che lavorano alla Corneliani, per le loro famiglie, per l’azienda e per Mantova».
Ma guai ad adagiarsi: «Confermiamo che anche in questi giorni prosegue il nostro confronto con il ministro Patuanelli e continua il nostro impegno – scandiscono il ministro e il deputato di Italia Viva – lo avevamo detto nei nostri incontri con i lavoratori e lo ribadiamo oggi, l’intervento dello Stato che abbiamo favorito non può essere considerato il punto di arrivo. Serve una progettualità in grado di rilanciare l’azienda e dare una stabilità capace di rendere credibile e solido nel lungo periodo il piano industriale».
Il SINDACO PALAZZI
«La gioia delle lavoratrici e dei lavoratori è la mia stessa gioia e sono certo di tutti i mantovani che in questi mesi hanno tratto sentire la loro solidarietà. Avanti insieme! Ci sono ancora tanti passi difficili da fare, con rinnovata fiducia ma con la stessa tenacia! Buon lavoro!». L’entusiasmo moltiplica i punti esclamativi nel post del sindaco Mattia Palazzi sul riavvio della produzione Corneliani.
Sindaco che martedì scorso era tornato a Roma per incontrare i sottosegretari allo Sviluppo economico Alessia Morani e Alessandra Todde, e lavorare con loro alle fasi successive dell’accordo con il ministero per l’ingresso dello Stato nel capitale dell’azienda di moda. Cosa si sono detti? Palazzi sposa la linea del silenzio finché le notizie non hanno una tinta di ufficialità certa. La partita è troppo delicata per rischiare di guastarla con indiscrezioni e anticipazioni. Una cosa, però, il sindaco la dice: sta lavorando perché il socio di maggioranza Investcorp metta in Corneliani più dei 5 milioni annunciati entro l’estate. «Agosto sarà un mese importante».
Colazione al presidio
L’alito di luglio (quasi agosto) arroventa l’asfalto sul quale è apparecchiato il presidio di via Panizza. Al pari della fabbrica, dopo 45 giorni di tempesta emotiva, sull’altalena di una speranza ostinata, anche il piazzale davanti ai cancelli è diventato un luogo carico di senso. Al punto che lunedì, prima di tornare alla produzione, alle 7.30 le lavoratrici e i lavoratori si ritroveranno per condividere caffè, cornetti e tenacia. La colazione dei campioni.