PAVULLO «Avremmo voluto fare una grande festa per ringraziarvi delle belle serate passate insieme. Non è andata come speravamo, ma vogliamo ugualmente salutarvi con affetto, augurando buona vita a tutti». Con questo messaggio Facebook, mercoledì - dopo 22 anni si è abbassata definitivamente la serranda sul Pub One. Un’istituzione a Sant’Antonio, sulla centralissima via Giardini (al 143), dove la birreria paninoteca è stata “rifugio” serale per innumerevoli pavullesi e non, di tutte le età. Perché oltre che per il calore dell’accoglienza e il cibo genuino (mitici panini e tutto il resto), il locale si è sempre distinto per l’intergenerazionalità: ci trovavi dai ragazzini ai giovani, gli adulti e le famiglie.
A rendere unico il posto erano loro: Gianni Bernardoni e Moreno Simonini, che 6 giorni su 7 (chiusura al lunedì) sono sempre stati lì, in coppia, a servire la gente. Senza alternarsi, come di solito fanno i co-titolari, ma rimanendo sempre in tandem: uno più a bar-bancone-cassa (Gianni) e l’altro tra cucina e tavoli (Moreno). Fanno circa 6.500 serate (anche molto lunghe), con ogni tempo e festività.
Lo stop è legato all’anagrafe: a 64 anni, Gianni dal 1° gennaio è andato in pensione. E Moreno, nonostante sia di 10 più giovane, non ha pensato di rimpiazzarlo con un altro socio, ma piuttosto di chiudere. Lo stop era da tempo fissato al 30 maggio, ma doveva essere un po’ celebrativo. Invece col Covid ci si è fermati a marzo. E ora, per una manciata di giorni, non valeva la pena di riaprire: da qui l’annuncio.
«Con Gianni lavoriamo insieme in realtà non da 22 ma da 37 anni - sottolinea Moreno - perché per 15 siamo stati colleghi alla Tarp, sempre qui a Sant’Antonio, prima di rilevare il pub il 4 luglio 1998, quando era in via Boccaccio. In fabbrica era nata un’amicizia così forte che ci siamo buttati insieme nella nuova avventura. Subito piena di soddisfazioni, tanto da decidere 6 anni dopo di trasferirci sulla Giardini in un locale più grande e tutto pensato da noi, andato sempre bene: mai una serata senza incasso. Zero liti, ci siamo sempre capiti, e divertiti anche. C’è chi pensava fossimo addirittura fratelli: in realtà per me, che sono figlio unico, Gianni è diventato un po’ come un fratello. Insostituibile: meglio cambiare lavoro, che provare con un altro».
«In realtà la cosa può essere letta in due maniere: è anche possibile che ne abbia avuto abbastanza di me tanto da dire adesso: per l’amor di Dio, basta basta!» scherza Gianni. «È stata una storia meravigliosa quella scritta qui, ma è ora di voltare pagina. L’unico rammarico è di non aver ancora trovato qualcuno a cui passare il testimone: vorremmo che il Pub One regalasse altre serate. Ma non dipende più da noi». —
