Eccoci all’inizio della nuova stagione. Dopo un’estate nella quale sono successe, come al solito negli ultimi anni, molte cose intorno al mondo Milan, domani si scenderà in campo per cominciare un campionato che sarà lungo e faticoso. Per tutta l’estate i pensieri che hanno circondato il Milan sono stati contrastanti, aprendo una spaccatura nel tifo rossonero. Da una parte ci sono coloro che hanno lasciato carta bianca alla nuova proprietà/dirigenza sicuri che il progetto sia garantito dalla presenza di persone come Maldini e Boban, dall’altra i “pessimisti” che invece non riescono a vedere dei miglioramenti sia in campo che fuori rispetto agli ultimi anni o che non vedono una continuità tra parole e fatti. Di fatto penso che sia una differenza di pensiero lecita e corretta, fino a quando non sfocia in provocazione e volontà di prevaricare il pensiero altrui. Tutte e due le visioni attuali sono rispettabili e possono essere espresse ma, credo, debbano anche essere supportate dai fatti e non solo dalla “pazienza”, “fiducia” e “guardia del forte”.
I fatti dicono che domani, probabilmente, si scenderà in campo con uno schema nuovo ma composto da uomini della rosa dell’anno scorso. La stessa rosa che ha over-performato arrivando ad un punto dalla qualificazione in Champions. Per merito o colpa di Gattuso lo dirà il tempo, di certo quella rosa non era da quarto posto ma è rimasta appesa fino all’ultimo grazie ad un unione di intenti, nello spogliatoio, che stava per generare un miracolo. Se Castillejo era scarso l’anno scorso, rimane tale. Idem per Borini e compagnia cantante. Non è il tocco magico di Giampaolo a cambiare il futuro mediocre di questi giocatori. Oggi i nuovi arrivi, per motivi diversi, non sembrano essere pronti ad entrare da subito nelle rotazioni. A questo punto tutto il peso e l’onere di questo inizio campionato è stato messo sulle spalle di Giampaolo, che ad arte, da amici vicini alla dirigenza e da giornalai abituati ad ingraziarsi le dirigenze, è stato dipinto come un maestro di calcio, idolatrato, sponsorizzato e adorato come lo scienziato del calcio del nuovo millennio. Tutto adesso è in mano sua, deve tirare la baracca fino a che il mercato non porterà i tanto agognati movimenti, come se le sue esigenze fossero state minimamente accontentate. Sia in entrate che in uscita. Giampaolo è un maniaco del lavoro, questo non lo dico dopo aver letto le solite interviste di ex giocatori dei due hobbit, lo dico perchè ho visto dal vivo gli allenamenti del mister. Ha in testa dei concetti precisi che fa ripetere all’infinito ai propri giocatori, mi ricordo di aver visto una rimessa laterale fatta ripetere una dozzina di volte, nel pre-campionato scorso con la Sampdoria. Ogni movimento doveva, a suo modo di vedere, essere perfetto ed integrato nel meccanismo generale. Detto questo, ovviamente ci sta che lui voglia giocare con coloro che hanno assimilato bene i suoi concetti, quindi coloro che hanno lavorato di più durante la preparazione. Però la qualità tanto sbrodolata (da lui e non solo…) durante la conferenza stampa di presentazione non va a braccetto con la sua idea di panchinare gente come Paquetà a favore del sempre verde Borini. Ho anche qualche domanda da porre alla società: come mai, conoscendo molto bene l’allenatore (questo ci è stato raccontato davanti alle telecamere), si è arrivati al 25 agosto senza un vero trequartista e una vera seconda punta? Come mai si è partiti con l’acquisto di un terzino sinistro (il quarto della rosa) senza considerare l’abbondanza e le vere esigenze dell’allenatore? Come mai Giampaolo si è esposto così tanto mediaticamente su Suso che pareva avere la valigia pronta ma nessuno se lo piglia? Scelta di mercato o di sopravvivenza quella del mister?? Perchè adattare un’ala a quel ruolo può venire in mente solo ai residenti di Monza-Brianza, a meno che non hai capito l’aria che tira sul mercato.
Siccome se prendi Giampaolo devi aiutarlo in tutti i sensi; sportivo, comunicativo e personale, avrei scelto una politica comunicativa più “contenitiva”, oppure se queste lodi sperticate arrivano da ogni angolo, fa comodo che le responsabilità cadano solo su di lui, dall’inizio il più sacrificabile di tutti. D’altronde, e questo sfido chiunque a dimostrare il contrario, ad Elliott dal suo arrivo non è mai minimamente fregato nulla l’aspetto sportivo. Gli esempi si sprecano, dal mercato costantemente bocciato a Leonardo su giocatori che avrebbero permesso un upgrade della rosa, al patteggiamento per non andare in Europa League. Dalla scelta di un DS a mercato già ampiamente iniziato, ai paletti finanziari messi ad ogni trattativa. Il patteggiamento con la UEFA, che è stato dipinto come il male necessario per resettare il passato ed operare “in libertà” per costruire un Milan nuovo e ambizioso (non lo dico io), è una macchia indelebile per me. Su questo punto faccio un’altra domanda provocatoria: serviva farsi cacciare fuori dall’Europa per operare in libertà sul mercato e comprare Krunic, Leao e Duarte?
Questo mercato, fino ad ora, è un gioco molto rischioso, fatto di scommesse. Ma non si scommette per vincere, questo mi sembra chiaro, si scommette per generare un guadagno e sistemare i conti. È una scelta logica? Sicuramente si, ma non è una scelta sportiva. La priorità non è nè arrivare in Champions, nè arrivare in Europa League, la priorità è la sostenibilità per la rivendita. No prestiti, no contratti a giocatori di una certa fascia e di una certa età, no contratti ad allenatori affermati capaci di tirare fuori qualche punto in più alla squadra, contratti lunghi da spalmare sui bilanci in modo da dare un bel confettino all’acquirente di turno. Tutto lecito, ma quando si parla di campo? Quando furbescamente Maldini dice “dobbiamo provare a migliorare la posizione dell’anno scorso”, di fatto sta dicendo tutto ma con il solito paracadute che verrà aperto in caso di necessità. Cioè, quando ci saranno difficoltà, la risposta sarà “nessuno ha mai detto che la CL è il nostro obiettivo”. Qualcuno, tra Maldini e Boban, magari anche Scaroni, Gazidis non penso si degni di dare una risposta ai tifosi, potrebbe dirci quali sono questi piani così ambiziosi per i quali tutti questi brillanti dirigenti hanno fatto i salti mortali per salire a bordo?
La CL non è e non può essere un nostro obiettivo, perchè leggo spesso ironie su Lukaku, ironie sulla Roma, sulla Lazio ma di fatto almeno Inter e Lazio sono più attrezzate di noi per conquistare i loro obiettivi. Il mercato fatto è un mercato da centro classifica, e a me va benissimo. Mi piacciono tutti i profili acquistati. Però l’aggravante è quella di spendere sempre soldi per giocatori normali che starebbero tranquillamente nell’Atalanta, nel Torino o nella Sampdoria. Per questo sono tranquillo per la partita di domani. Può succedere di tutto, non c’è una differenza così marcata tra le due squadre, la differenza la farà la reazione dei tifosi e dell’ambiente dopo il risultato. Qualsiasi esso sia. Perchè questa squadra, come quella dell’anno scorso, a Udine può vincere, perdere o pareggiare ma qualsiasi segno esca alla Dacia Arena, il nostro campionato rimarrà complicato, rognoso e pieno di alti e bassi. C’è poca differenza con la stagione passata. Come scritto in passato, io per un quinto posto questa stagione, festeggio. Perchè la nuova dimensione sportiva rossonera la sto metabolizzando.
Io continuo ad aspettare i progetti lungimiranti e spero con tutto il cuore di poter scrivere un giorno “va che pirla, avevo sbagliato tutto un’altra volta”, ma intanto andiamo a Udine a tifare il Milan e quello che succede sul campo. Carichi e concentrati. Poi per i bilanci c’è il vate muto sudafricano e per il mercato, beh per il mercato…ci sono i giorni del Condor.
FORZA MILAN
Johnson