Gad Lerner torna ad aggiornare la lista dei proscritti, di quei giornalisti colpevoli a suo dire di incitare al “razzismo di Stato”. La prima volta – era fine maggio – se la prese con Del Debbio, Giordano, Belpietro, Cruciani e Feltri. Ora che Matteo Salvini e la Lega sarebbero, secondo il suo punto di vista, sconfitti […]
L'articolo Lerner insiste con la lista di proscrizione: non è pentito e aggiunge altri nomi, con la scusa che lo ha fatto anche Ferrara sembra essere il primo su Secolo d'Italia.
Gad Lerner torna ad aggiornare la lista dei proscritti, di quei giornalisti colpevoli a suo dire di incitare al “razzismo di Stato”. La prima volta – era fine maggio – se la prese con Del Debbio, Giordano, Belpietro, Cruciani e Feltri. Ora che Matteo Salvini e la Lega sarebbero, secondo il suo punto di vista, sconfitti e che potrebbe sorgere il governicchio Pd-M5S (tra liti, veti incrociati e nebulose trattative) ecco che sul Venerdì di Repubblica Lerner rivendica quel suo attacco compiacendosi della circostanza che anche Giuliano Ferrara si è cimentato in un analogo esercizio.
Ebbene anche Giuliano Ferrara, sottolinea Lerner, non ha mancato di additare a una sorta di tribunale speciale i personaggi che si sarebbero macchiati di complicità con il governo sovranista: nel calderone degli opinionisti scomodi finiscono Massimo Franco, Giovanni Orsina, Piero Ignazi e Ernesto Galli della Loggia. Ma anche altri nomi ancora, “seppure beneficiati di immunità”: Maria Giovanna Maglie, Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli, Annalisa Chirico. Come a dire: se lo fa anche Ferrara, l’idea di stilare una lista di chi ha opinioni scomode per la neo-inquisizione progressista non sarebbe poi così peregrina. Che poi, a ben vedere, non è che ci sia bisogno di fare una lista. I “reprobi” si auotedenunciano non nascondendo le loro idee, sempre finché sarà ancora permesso pensarla in modo diverso da Lerner e da Ferrara.
L'articolo Lerner insiste con la lista di proscrizione: non è pentito e aggiunge altri nomi, con la scusa che lo ha fatto anche Ferrara sembra essere il primo su Secolo d'Italia.