“Più sento parlare quelli del Pd e più avverto quel solito senso di spocchia e di superiorità che mal sopporto… Sanno sempre tutto loro: ora dovete cambiare, dovete fare quello che vi diciamo noi e vedrete che alla fine entrerete nel club dei buoni, dei bravi… Quindi quando dicevamo che avevano creato povertà e distrutto il ceto medio scherzavamo? Io no, sia chiaro”. A scriverlo, su Facebook, il senatore del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone. Paragone, una delle voci più critiche nei confronti di un nuovo governo targato Pd-M5S, ha ricevuto in poche ore una valanga di “like” al suo post. Molti gli utenti che scrivono che il M5S deve tornare ad essere un movimento anti-sistema, che esortano il M5S a tornare ai bei tempi del “vaffa” abbandonando la tentazione dell’inciucio di palazzo.
“Se nascerà un esecutivo con questi plus europeisti in salsa terzomondista saluterò per sempre il movimento, destinato a una fisiologica fine”. “Parole sante…con questa gente non si riuscirà mai a fare nulla… la vecchia partitocrazia va debellata come una malattia…questi sono parassiti non politici…”. “Sento solo te parlare in questi termini; temo che molti tuoi colleghi si siano affezionati alla poltrona. Li capisco, davvero,ma lo spirito iniziale cosi è perso per sempre e con esso ogni possibilità di far bene per il futuro”. “Sempre più palese l’impossibilità di fare un accordo. Non vedo nemmeno perché continuare a parlarne. Al voto prima possibile e basta”. “Meglio un 25% alle politiche e all’opposizione che al governo con quel partito che ci farebbe precipitare al 10%”. Questo il tenore dei commenti al post di Paragone: un altro segno di come il vertice dei Cinquestelle sia ormai lontano dalla sensibilità della base, che si era illusa di essere centrale nelle decisioni dei capi.
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