Nel pieno della crisi che sta portando alla fine del governo M5s-Lega, Matteo Salvini apre un nuovo fronte di polemica nell’esecutivo. Ora l’obiettivo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Mi ha scritto per lo sbarco di alcune centinaia di migranti a bordo di una nave Ong che è in acque straniere. Gli risponderò garbatamente che non si capisce perché debbano sbarcare in Italia”, ha detto il ministro dell’Interno a Genova, dove con il capo del governo ha partecipato alla cerimonia di commemorazione delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi.
Il riferimento è alle oltre 500 persone in mare da giorni a bordo delle navi Open Arms, della omonima ong spagnola, e Ocean Viking, gestita da Sos Mediterranee e Medici senza frontiere. La prima resta al largo dell’isola di Lampedusa dopo aver soccorso circa 150 migranti al largo della Libia. La seconda è bloccata in attesa di un porto sicuro con 356 persone. Italia e Malta finora non hanno acconsentito allo sbarco e il capo del Viminale non perde occasione per ribadire che gli scali marittimi italiani restano chiusi.
Martedì era stato Nicola Zingaretti a chiedere al capo del governo un intervento per sbloccare la situazione: “Faccio appello al presidente Conte affinché agisca con decisione e alla ministra Trenta per uno sbocco immediato di una soluzione divenuta insostenibile – si legge in una nota il segretario del Pd – Si rimetta al centro la persona umana e si trovi una soluzione. Si solleciti la Commissione europea e i paesi disponibili ad accogliere una quota dei migranti. I diritti umani, a partire da quelli dei minori e delle donne, restano per noi la bussola da seguire e il primo indicatore del grado di civiltà di un paese”.
La situazione a bordo delle due imbarcazioni si fa ogni giorno più difficile. “Le condizioni meteo sono deteriorate, con aumento delle onde previsto nelle prossime 24 ore – denuncia in un tweet l’ong Sos Mediteranee – Le persone a bordo della #OceanViking soffrono di mal di mare. Rimanere in mare mentre le persone soffrono non può essere la soluzione. Dovrebbero essere sbarcate al più presto in un luogo sicuro“.
Anche a bordo della Open Arms aumentano i problemi. Tra i 147 migranti rischiano di scoppiare liti e risse, che potrebbero avere drammatiche conseguenze. A lanciare l’allarme sulla situazione a bordo della nave, che i Paesi affacciati sul Mediterraneo rifiutano di far attraccare nei loro porti, è il fondatore dell’ong spagnola Proactiva Open Arms, Oscar Camps, intervistato dalla radio Cadena Ser. “Non so” quanti giorni resisteremo, “potremmo avere tra mezz’ora uno scontro e un ferito grave, o peggio qualcuno potrebbe morire a bordo a causa di violenza. Sarebbe un dramma, sarebbe imperdonabile”, ha detto.
I 19 membri dell’equipaggio dell’imbarcazione hanno sempre più difficoltà a gestire le tensioni legate alla convivenza forzata, all’incertezza e allo “stress post-traumatico” molto alto delle persone soccorse. “Immaginate due lavandini e 180 metri quadrati al riparo: ci sono liti per un angolo d’ombra, per un angolo di sole, liti per il cibo, discussioni per la coda al lavandino”, ha spiegato Camps. Le condizioni meteorologiche difficili degli ultimi giorni hanno accresciuto la tensione, perché molte persone soffrono di mal di mare e vomito. Dopo che due bambini e i loro genitori sono stati trasferiti in elicottero a Malta per motivi di salute, sulla nave restano 147 migranti, secondo l’ong.
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