Pur dicendosi "sicuro" che Matteo Salvini andrà in Parlamento a riferire sul caso Savoini e i presunti fondi alla Lega da Mosca, Luigi Di Maio non perde occasione per attaccare l'alleato di governo.A irritare il vicepremier grillino sembra non essere tanto la questione dei soldi russi, quanto il vertice di ieri al Viminale, quando il leghista ha incontrato sindacati e rappresentanti delle imprese per esporre la "sua" manovra. "Chi vuole incontrare i sindacati lo può fare", ha spiegato piccato il ministro del Lavoro, "Quello che mi dà noia è che lo si fa per sviare dal fatto che secondo me un vicepremier deve andare in parlamento a chiarire. Parlare davanti al parlamento è l'occasione per chiarire davanti agli Italiani sulla questione. Più si negherà la possibilità di chiarire come sono andati i fatti e più se ne parlerà".Eppure quello di Salvini non è stato un "blitz", ma un evento ampiamente annunciato: già a fine giugno il minstro dell'Interno aveva annunciato la volontà di instaurare un tavolo con le parti sociali per raccogliere idee e suggerimenti sui temi economici senza aspettare l'autunno, quando il governo dovrà pensare alla prossima legge di Bilancio. Non solo. Anche la data è stata fissata con largo anticipo: la convocazione ufficiale per il 15 luglio è infatti arrivata il 5 luglio - come testimoniano pure le agenzie di quel giorno -, quasi una settimana prima che venisse diffuso l'audio di Savoini all'hotel Metropol di Mosca.E lo stesso Salvini assicura di non voler scappare dalle domande dei parlamentari. "Certo che andrò in Parlamento, è il mio lavoro", dice oggi, "Ci vado bisettimanalmente e per il question time a quello che mi chiedono io rispondo, rispondo sulle cose più varie ed eventuali, a ogni scibile umano. A quello che mi chiedono io rispondo, partendo dal presupposto che mi sembra da 10 giorni qualcuno parli del nulla però ognuno occupa il suo tempo come vuole".