Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini è arrivato a Genova martedì mattina per annunciare l’acquisizione da parte del Comune di Genova e il successivo affidamento ad associazioni no profit di 42 dei 115 locali confiscati alla criminalità organizzata nel capoluogo ligure e fermi da anni tra rischio crolli, affitti non pagati ai condomini e presenza di attività illecite al loro interno.
Un primo passo reso possibile dal pressing del Cantiere per la Legalità Responsabile, che in questi anni non ha mai smesso di fare pressioni sulle istituzioni sul riutilizzo a uso sociale dei locali, ma anche dello sforzo profuso in questi mesi dall’Assessore comunale Pietro Piciocchi e dall’Agenzia per i Beni Confiscati.
Tuttavia le associazioni hanno preso in carico locali fortemente danneggiati e non si sa se i 500 mila euro stanziati dalle istituzioni locali saranno sufficienti a intervenire per la messa in sicurezza e il restauro anche parziale dei rimanenti locali attualmente abbandonati, per questo chiedono un potenziamento dell’Agenzia.
Rispetto alle dure critiche sollevate sulla possibilità, inserita nel decreto sicurezza, di vendere i beni confiscati a privati, che per don Luigi Ciotti e il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, comportano alti rischio riacquisto da parte di presta nome delle mafie e perdita della valenza ‘sociale’ delle confische, Salvini liquida le osservazioni come: “Fesserie, figuriamoci se lo Stato non è in grado di accorgersi se i beni vengono riacquistati da parenti dei mafiosi”.
L'articolo Beni confiscati, Salvini: “Critiche al decreto sicurezza per la vendita ai privati? Fesserie. Lo Stato vigila” proviene da Il Fatto Quotidiano.