«Da atleta ho percorso poco più di 160.000 km. 4 volte il giro del mondo, per rendere l’idea». E l’idea rende bene. A raccontarlo è Gelindo Bordin, leggenda della maratona, la corsa “regina”, che nel 1988 a Seoul vinse un oro olimpico con un finale pazzesco quando a sorpresa, a due chilometri dal traguardo, sorpassa Ahmed Salah (Gibuti) e Wakiihuri (Kenya). In totale scioltezza. L’ingresso allo Stadio Olimpico è trionfale, la passerella (meritata) di un’atleta eccezionale, il primo italiano che vince una maratona, chiudendola in 2 ore 5 minuti e 30 secondi. Un ricordo che, a distanza di 31 anni, emoziona ancora. E non solo noi.
«L’Olimpiade rimane il mio capolavoro assoluto, quel giorno il mondo intero si riuniva dopo i boicottaggi di Mosca e Los Angeles. Ho vinto la sfida battendo talenti dei cinque continenti, precedendo al traguardo due atleti africani, campione e vice-campione del mondo in carica. Non vinsi solo la medaglia d’oro, ma spero di aver dimostrato che gli atleti di colore non sono diversi da noi. Purtroppo ancora oggi gli europei “giustificano” i loro deludenti risultati indicando la causa nell’“innata” potenza fisica degli atleti di colore. L’Africa, rispetto a noi, ha solo molti più giovani motivati che corrono e che trovano stimoli importanti per la loro vita all’interno di questa specialità sportiva. Gli stessi stimoli che molti atleti italiani trovavano ai miei tempi».
Gelindo Bordin vive, dal 1986 al 1990, anni straordinari, dove raccoglie diversi successi. «Il 1992 fu l’anno, sportivamente parlando, più sfortunato perché un infortunio all’Olimpiade di Barcellona segnò la mia resa agonistica. Ma nemmeno questo episodio mi ha lasciato “l’amaro in bocca”: se guardo da una prospettiva diversa quello che è successo mi rendo conto quanto la dea bendata fosse stata magnanima nei miei confronti, segnando la fine di un episodio della mia vita per iniziarne altri altrettanto stimolanti e appaganti. Se avessi abbandonato l’attività agonistica 4/5 anni dopo oggi non sarei qui a vivere con Diadora (di cui Bordin è sport merchandising director ndr) le tante esperienze meravigliose», ci racconta. «Non voglio sembrare presuntuoso, ma rifarei tutto quello che ho fatto. Considerando le pagine sportive che ho scritto, perché cambiare?». Del resto, come dargli torto?
È proprio con Diadora che Bordin, una volta lasciata la carriera agonistica, inizia un nuovo percorso lavorativo, senza perdere la mentalità sportiva. Per lui obiettivi, stimoli e sfide sono all’ordine del giorno. Esattamente come lo erano in pista. Un modo di pensare vincente, che incarna alla perfezione la filosofia del brand, che intende lo sport come «condivisione di esperienze, superamento dei propri limiti mettendosi in gioco, cercare di andare oltre realizzando imprese impensabili. Non importa il tempo, non importa l’ordine di arrivo, l’essenziale è scendere dal divano e credere che tutto sia possibile partendo dalle piccole cose di ogni giorno». Non a caso il pay-off di Diadora è “make it bright” ovvero la capacità di trasformare l’ordinario in straordinario, guardare le cose da una prospettiva diversa per capovolgerle. «E qualcosa di straordinario arriverà».
Progetti ambiziosi, quelli di Diadora, impegnativi, ma coinvolgenti, che toccano anima e cuore. Come #RunToNYC, che due anni fa ha portato una squadra di 20 donne a correre la maratona nella grande mela. I«Una squadra che si sente ancora tale, 20 donne straordinarie che hanno scoperto di essere invincibili. Un libro “La Regina di New York”, che continua a viaggiare in tutta Italia raccontando la storia di Gaia e di come è riuscita a liberarsi dalle zavorre e tagliare il traguardo della maratona più bella al mondo. Un invito per ciascuno di noi a osare. Non serve essere atleti per correre 42 km, basta aver voglia di mettersi in discussione, tanta determinazione, un buon programma di allenamento e soprattutto divertirsi». Ricordi indelebili, emozionanti: per chi ha ideato il progetto, per chi lo ha vissuto e anche per noi che lo abbiamo raccontato. E che abbiamo ancora tanto da raccontare. Perché lo staff Diadora fermo non sa stare! Anzi, è già con un piede puntato verso Miami.
Stiamo parlando del nuovo progetto RunWithMe, che coinvolge 10 coppie di amici sportivi e pigri: i primi devono convincere i secondi a correre la Halloween Half Marathon e Freaky 4 Miler 2019 di Miami (il prossimo 26 ottobre), 20 chilometri snodati in questa città suggestiva quanto surreale. «Un progetto partito ancora una volta dal web, la sfida infatti era contenuta in un video, la condivisione di questa impresa con amici e perché no persino sconosciuti (passavano in finale le venti coppie più votate) per poi approdare alla realtà con allenamenti fatti di sudore, chilometri veri e tante risate. Un percorso, lungo tre mesi, che trasformerà questi legami in amicizie durature e che culminerà con una delle corse più cool e scanzonate del momento».
Un importante tassello nello storytelling di Diadora, che sottolinea (ancora una volta), come l’ordinario possa essere trasformato in qualcosa di straordinario.
Sportivi e pigri uniti nel segno della corsa
«RunWithMe», corri con Diadora la Halloween Half Marathon di Miami