Soffro maledettamente
Così torna a parlare
Rino Foschi, il quale, intervistato da
Il Corriere dello Sport, sibila poche ma efficaci parole a qualche giorno di distanza dal suo 73° compleanno, con un grande desiderio di sfogarsi che, almeno per il momento, deve provare a trattenere più che può.
Nel corso del proprio intervento ai taccuini del noto quotidiano sportivo nazionale, l'ormai ex ds (e per un periodo anche presidente) del
Palermo Calcio, ha raccontato gli ultimi folli mesi passati dalle parti di Viale del Fante, spiegando come, tra le incredibili difficoltà che si sono succedute durante l'ultima stagione, avesse in testa un concreto piano di salvataggio del club siciliano, svanito a causa dei vari guai del gruppo
Arkus Network: "
Mi è sembrato chiaro, qualcosa non andava. L'esperienza mi diceva di agire".
L'idea del dirigente romagnolo, infatti, era quella di ripetere la strategia adottata a febbraio con la proprietà inglese, provando a riprendersi le quote del club
rosanero: "
Ma non c'erano le condizioni, ho provato a fare qualcosa ma non ci sono riuscito". Oggi
Rino Foschi non riesce a darsi pace per quanto accaduto alla società di Viale del Fante ed il suo futuro non pare potersi legare al nuovo
Palermo che sta nascendo in
Serie D con il bando comunale del sindaco
Orlando.
Lasciare il "suo"
Palermo fra i dilettanti dopo aver pensato di poterlo riportare in
Serie A, gli fa molto male: "
In D? Io che volevo salvarlo, come posso viverla? Malissimo". Il colpo finale di tutta la vicenda
rosanero, dopo che le quote societarie erano tornate in mano alla
De Angeli, è stata senza dubbio la cessione ai
Tuttolomondo.
Foschi aveva infatti intuito che qualcosa non andasse e fino all'ultimo avrebbe provato a portare nel club siciliano il fondo statunitense
York Capital, quando ancora la speranza era quella di arrivare in massima serie grazie ai risultati ottenuti sul campo e di risolvere così i diversi problemi economici in seno alla società: "
Sarebbe stato un capolavoro", afferma l'ex direttore sportivo del
Palermo, trattenendo quasi le lacrime.
La convivenza con la nuova proprietà targata
Arkus Network sarebbe stata praticamente impossibile da portare avanti: il direttore generale
Fabrizio Lucchesi e i fratelli
Tuttolomondo lo avrebbero subito messo ai confini del "progetto", sospendendolo ufficialmente dai suoi compiti poiché probabilmente visto come un ostacolo ad alcuni piani mai svelati e in ogni caso non supportati dai fondi che erano stati inizialmente promessi dalla proprietà.
Al dirigente romagnolo sarebbe stato detto, di fatto, di non venire più in sede e di liberare la propria stanza: "
un licenziamento in piena regola mentre gli introiti di cui ancora nell'ultimo periodo disponevano i nuovi dirigenti provenivano da operazioni di mercato condotte proprio dal ds l'estate precedente".
La vicenda, peraltro, non sarebbe ancora conclusa e fra i diversi strascichi giudiziari che il
Palermo Calcio si porterà dietro in seguito alla perdita dell'affiliazione, vi dovrebbe essere con ogni probabilità anche una vertenza con il dipendente
Rino Foschi, il quale starebbe pensando di cautelarsi per i danni professionali subiti. Di certo, però, non sarà una pendenza in tribunale a ridargli la serenità ormai persa: "
Soffro da morire, mi sfogo urlando da solo in macchina perché a casa non mi sopporta più nessuno", conclude l'ex presidente e direttore sportivo del club
rosanero.