Aveva già previsto tutto, Deborah Ballesio, uccisa sabato sera dall’ex marito Domenico Massari, che dopo una fuga di 24 ore, stanotte si è costituito in carcere a Sanremo. «Tanto l’avrete già capito: io oggi forse… sono morta»: lo scriveva già tre anni fa in un manoscritto che, come riferisce il Corriere, aveva consegnato a Edoardo Raspelli, 70 anni, critico gastronomico con una carriera nella cronaca nera. Era il giornalista ad avere incoraggiato la donna a raccontare la sua drammatica storia, di cui entrambi conoscevano già il finale: «C’era già tutto della conclusione tragica della sua storia: lo sapeva lei come lo sapevo io», spiega.
Deborah aveva raccontato la paura di «Mimmo», 55 anni, in 150 pagine, custodite da Raspelli, suo amico da una quindicina di anni. Aveva cominciato dal primo incontro: «Lui comparve in moto, occhiali scuri, direi decisamente bello». Per passare presto ai primi campanelli d’allarme: «“Pronto amore? Ci sei?”. Lui tuona, non è una voce, è un tuono: “Facciamo i conti appena arrivi a casa”».
Poi inizia la violenza verbale, fatta di offese e insulti, sempre più frequenti e «tremendi su di me, sulla mia famiglia, mi urla in faccia che sono una fallita…». E una «burla» che, in realtà, sembra più il gioco perverso di uno squilibrato: «Mi arriva un messaggio, mi dice che va via, che non vuole sapere più nulla di me, che sono solo una povera p…, che al mio arrivo non troverò più traccia di lui». Ma ricompare dopo quattro giorni, ridendo: «Era una burla…».
Deborah ha «i nervi a pezzi: i comportamenti di mio marito iniziano ad inquietarmi sul serio, comincio a farmi qualche domanda, la mattina mi sveglio sperando che lui sia di buon umore, che non abbia voglia di attaccarmi con continue accuse». E la sua vita comincia a diventare impossibile: «Fingo una tranquillità che non mi appartiene, il mio sforzo è immane, il pensiero di tornare a casa mi distrugge».
Massari ha collezionato precedenti per stalking, fino ad arrivare a incendiare il locale notturno aperto dalla donna e, più avanti, anche la casa in cui Deborah viveva con la madre. Gli investigatori risalirono facilmente a lui, che ammise la sua responsabilità. Tuttavia, il pericolo che lei correva continuava ad essere sottovalutato. «Mi ricordo ancora perfettamente il primo carabiniere che mi disse: “Tranquilla, lui è solo uno che parla… Non ti farà nulla… Esageri”. Ogni tanto lo guardo da quassù, mentre fa la spesa, mentre porta fuori il cane… Chissà se si ricorda di me, delle sue parole», scriveva profeticamente Deborah. «Chissà se ogni tanto pensa che sta vivendo la sua vita. Quella vita che io ora non ho più».