Mancano pochi minuti alla fine di un’importante sfida del campionato brasiliano, il derby tra Cruzeiro e Atletico Mineiro: il match è in bilico, una passaggio filtrante sembra poter decidere il risultato ma ecco che all’improvviso si alza la bandierina del guardalinee Fernanda Colombo. L’azione si ferma per un fuorigioco inesistente, i tifosi inveiscono contro la ragazza che – evidentemente – ha preso un abbaglio: «Lasci stare il calcio e vada a posare per Playboy», urla dalla panchina un dirigente, «non si capisce perché sia qui, forse la promuovono perché è bella».
Che sia bella, non ci sono dubbi. Ma cosa c’entra l’aspetto fisico con le abilità professionali? Nessuno ha dato un giudizio estetico su Roberto Romagnoli, quando nel 2012 commise un errore ben più grave non accorgendosi di un gol clamoroso in Milan-Juventus. Perché come sbagliano i giocatori, possono sbagliare pure gli arbitri: il problema, allora, è il sesso di chi lo commette. Come se, usando le parole proprio di Fernanda, «la presenza di una donna su un campo di calcio venisse percepita come un’invasione in un universo maschile, per non dire maschilista».
Era il 2014 e tutto d’un tratto si è ritrovata da sola. Tanto da decidere di lasciare i campi, ma non il calcio: «Ho mollato la carriera perché in Brasile l’arbitraggio non è professionistico», ha ricordato in più occasioni Fernanda, che ha scelto di invertire le priorità e investire sul giornalismo sportivo, altra sua grande passione. «Anche in questo ambiente spesso riceviamo commenti maschilisti», ha dichiarato a LetteraDonna, «ma ci sono sempre più donne che emergono. D’altronde che colpa ne ho se mi piace il calcio? Lo amo e vorrei viverlo senza essere discriminata».
Un miraggio per Fernanda, che pochi giorni fa è tornata su un campo di calcio per arbitrare un’amichevole e si ritrovata nella casella mail una proposta di lavoro come escort, poi pubblicata e denunciata sui social: «Mi sono sentita uno schifo», ha detto lei. Che si era fatta notare per un curioso siparietto diventato virale, in cui finge di estrarre il cartellino ma tira fuori dal taschino un fazzoletto per asciugarsi il sudore. «Non avrei mai pensato di diventare famosa per un semplice scherzo, ma sono felice che sia andata così: il calcio ha bisogno di sorrisi e meno affari».
Forse l’arma in più di Fernanda è proprio l’ironia, saper rispondere con un sorriso alle critiche, consapevole che le proprie capacità non vengono intaccate da una foto con una gonna corta. Libera di essere se stessa, quindi, e in prima linea per la parità di genere: ha demolito il vecchio cliché secondo cui le donne capirebbero il fuorigioco solo con una metafora legata allo shopping. «Quando ti tiro un paio di scarpe e te sei già oltre la cassa, se provi ad uscire dal negozio l’allarme suona». Probabilmente, raccontata così, Fernanda ci si farebbe pure una risata.
Ma il problema è serio e va combattuto senza troppi scherzi. Di fronte alla discriminazione, Fernanda non tira fuori dal taschino un fazzoletto, bensì un bel cartellino rosso.