Ingiusta, regressiva, classista. È la proposta della «flat tax» formalizzata ieri nella sede leghista del governo: il Viminale. Più che a comunicare le reali intenzioni dell’esecutivo sulla «tassa piatta» – ancora ieri la viceministra all’economia Castelli (M5S) l’ha definita «superata: meglio rimodulare le aliquote Irpef») – l’incontro è servito a riaffermare il predominio della Lega nel governo. Siamo all’inizio dell’estenuante rincorsa per la legge di bilancio che non finirà «a luglio o ad agosto», come ha detto il maestro di … Continua
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