La mozzarella di bufala campana, eccellenza del nostro territorio, è definita la regina della cucina mediterranea e uno dei piatti più amati dai napoletani.
È tradizionalmente prodotta in Campania, tra le province di Caserta e Salerno, ma si segnala la produzione anche nel Lazio meridionale, nell’alta Puglia e a Venafro, in Molise.
La sua bontà l’ha reso il prodotto di largo consumo più esportato al mondo. Oggi in città è facile trovare degli store e take away di mozzarella di bufala.
Oggi scopriamo insieme tutte le più importanti curiosità su questo alimento.
Oggi possiamo dire che il termine mozzarella derivi da mozzatura, ossia l’operazione compiuta per separare l’impasto in singoli pezzi. In realtà le origini del termine sono collegate alla parola Mozza che, altro non è che la provolatura.
Alcuni documenti del XII secolo attestano che i monaci del monastero di San Lorenzo a Capua offrivano ai pellegrini un formaggio di latte denominato appunto mozza.
La mozzarella in quel periodo era considerata come un sottoprodotto della provola. La sua caratteristica freschezza ne impediva una commercializzazione su ampia scala, tanto è vero che era reperibile solo in alcuni mercati campani e destinata ad un circuito limitato di raffinati degustatori.
Il termine mozzarella viene utilizzato, per la prima volta, nel 1570 in un libro di cucina pubblicato dal cuoco papale Scappi.
Ma fu nel Settecento che la mozzarella si avviò verso un processo di industrializzazione. Questa operazione fu resa possibile dai Borboni, che edificarono la Tenuta Reale di Carditello con tanto di registro bufalino. Anche in città fu possibile produrre mozzarella grazie alla presenza di allevamenti bovini a Piscinola e ai Camaldoli e della “vaccheria reale” situata nel Real complesso di Capodimonte.
Al Sud era possibile consumare prodotti caseari provenienti da varie zone della Campania. Esempi ne sono:
Ma quali sono i requisiti di una mozzarella di bufala campana D.O.P.?
Occorre dire che il latte utilizzato per la produzione deve essere latte intero fresco di bufala, razza mediterranea italiana.
Particolare attenzione va riservata alle:
La mozzarella di bufala deve possedere il marchio D.O.P (Denominazione di protetta) che certifica l’esatta produzione geografica.
Un antipasto veloce, facile e gustoso. Ti basterà abbrustolire una fetta di pane, aggiungerci pomodoro e mozzarella a pezzetti condito con olio d’oliva e sale.
Lo scarpariello è un classico primo della cucina partenopea. Con del pomodorino fresco, realizza una bella salsa. Quando la pasta sarà cotta al dente, scolala e aggiungici salsa, peperoncino, mozzarella e basilico. Amalgama bene e lo scarpariello sarà pronto.
Un must per la cucina estiva. Estremamente semplice da realizzare, ti basterà tagliare a fette la mozzarella e il pomodoro condito con olio d’oliva e sale.
Facile da preparare e deliziosa da mangiare. Su una fetta di pancarrè, metti una fettina di mozzarella e richiudila con un’altra fetta di pancarrè. Sbatti un uovo con latte, sale e pepe e aggiungilo al tramezzino creato. Scalda l’olio e versa il tutto. Aspetta che raggiunga la doratura, elimina l’olio in eccesso e la tua mozzarella in carrozza è pronta.
La risposta è affermativa. Le donne in gravidanza possono consumare, di tanto in tanto, mozzarella prodotta con latte pastorizzato. Con la pastorizzazione il latte è sottoposto a temperature molto alte. Questo processo, di pochi secondi, favorisce l’eliminazione di patogeni pericolosi che potrebbero danneggiare la salute di mamma e bambino. La pastorizzazione interessa sia il latte di bufala sia quello di vaccino.
Alle neo mamme si consiglia il consumo di prodotti confezionati e sigillati in grado di garantire sicurezza sotto il profilo batteriologico e virale.
Il nostro viaggio tra le mozzarelle è finito. Alla prossima con i piatti tipici napoletani di Napoli Fans!
L'articolo Mozzarella di Bufala: storia e ricette più appetitose proviene da Napoli Fans.