Il meeting è appena finito. È il momento che Gucci annunci come pensa di rimediare a ciò che ha fatto. All’incontro c’erano alcune delle migliori menti del gruppo. Oltre ad alcuni esperti di inclusività e diversity. E il 90 per cento erano persone di colore. Sono state poste diverse domande. Ed è tempo che Gucci risponda…”.

Il post su Instagram dello stilista Dapper Dan racconta della volontà di Gucci (proprio qualche giorno dopo il lancio del Diversity and Inclusion Advisory Council di Prada) di promuovere la diversità culturale e l’inclusione. Del resto - certo più in Usa che altrove - da qualche settimana sono esplose polemiche feroci contro alcuni capi ispirati, secondo i detrattori, al "blackface”, la moda dei bianchi di tingersi di nero per deridere la sottoclasse di colore diffusa oltreoceano negli anni trenta dell’800.
Uno per tutti: il turtle neck nero da donna fatto in modo che se alzi il collo alto a coprire la metà inferiore del viso all'altezza della bocca, ci sono due labbra rigonfie color rosso scarlatto.

Turtleneck Gucci

Gucci Fashion House Against Racist

Turtleneck Gucci
Getty Images

La company ha subito ritirato dal mercato il capo e si è scusata. Ma questa volta si è deciso di fare di più. C’è una sorta di nuovo soffitto di cristallo da “sfondare”. E non riguarda più le donne ma le minoranze culturali.

Ecco allora perché l’amministratore delegato Marco Bizzarri ha scelto di collaborare proprio con Dapper Dan e i leader della comunità di Harlem per risolvere il problema. La prima promessa è quella di assumere un diversity e inclusion director che lavorerà a New York nella sede centrale più altri manager operativi a livello global e regionale. Obiettivo: aiutare l'azienda a raggiungere un'atmosfera accogliente verso tutti, favorendo processi di recruiting più trasparenti e inclusivi.

Con l'obiettivo, quindi, di sradicare qualsiasi pregiudizio culturale sul posto di lavoro, i 18.000 dipendenti del gruppo in tutto il mondo parteciperanno a un programma di sensibilizzazione sulla diversità e di mobilità interna.

Non solo: collaborando con le scuole di moda di tutto il mondo, il gruppo istituisce un programma di borse di studio multiculturali "con l'obiettivo di ampliare le opportunità per gruppi di talenti provenienti da gruppi poco rappresentati in tutti le sedi".

Infine, saranno nominati cinque designer di diverso background culturale che lavoreranno presso il design lab Gucci di Roma sotto la guida di un mentore che li aiuterà a integrarsi nel dipartimento.