In Mumbo Jumbo di Ishmael Reed, ambientato nei ruggenti anni ’20, è difficile non fare il tifo per i mu’tafikah, guerriglieri dionisiaci che rubano dai musei occidentali le opere d’arte sottratte al sud del mondo per restituirle ai discendenti dei legittimi proprietari, quando non direttamente alla loro funzione originaria. Sembra fantascienza e in effetti lo è. Come tale resta ancora oggi l’ipotesi di una restituzione dei patrimoni culturali e simbolici altrui, rapinati dalle ex potenze coloniali come bottino di guerra …
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