Roma - Matteo Richetti, Francesco Boccia, forse Cesare Damiano. E mettiamoci pure Roberto Giachetti, che a certe condizioni non esclude "un impegno". E non dimentichiamo le eventuali ambizioni del segretario attuale, Maurizio Martina. Nessuno di questi aspiranti al soglio però sembra in grado di impensierire Nicola Zingaretti, favorito numero uno nella corsa alla guida del Nazareno. Ma, sorpresa, ecco che contro il governatore del Lazio potrebbe scendere in campo Marco Minniti, appoggiato dalla ancora numerosa e influente ala renziana del partito.Matteo Renzi sta infatti cercando da tempo un personaggio di peso da contrapporre a Zingaretti. Dopo aver corteggiato senza successo Graziano Delrio, dopo aver provato a ricucire con Martina, ora sembra aver trovato dell'ex ministro dell'Interno l'uomo giusto per rinsaldare e galvanizzare la sua corrente e provare a riprendersi il partito. Minniti, dopo aver fatto resistenza, sembra aver ceduto ma ci vuole ancora pensare un po'. Entro pochi giorni dovrebbe comunque sciogliere positivamente la riserva.Se le cose andranno in questa maniera, si riproporrà dunque lo schema in cui negli ultimi anni si è diviso il Pd. Da una parte Renzi e i suoi che guardano al centro, dall'altra la Ditta, cioè gli ex Ds, l'opposizione interna che non disdegna un dialogo con i nemici Cinque stelle. Anche se Zingaretti, che domenica a Roma lancerà la sua rincorsa, prende le distanze dai grillini: "Da loro e dalla Lega vedo solo del fanatismo".Si riapre quindi una partita che sembrava chiusa. A favore di Minniti anche tredici sindaci di città importanti, senza contare che la presenza dell'ex ministro potrebbe far cambiare idea a Paolo Gentiloni, che si stava orientando verso il governatore. Ma il fronte renziano potrebbe dividersi. La componente vicina a Matteo Orfini non sembra disponibile ad appoggiare l'ex responsabile del Viminale e potrebbe presentare un proprio nome, tipo Chiara Gribaudo. A pesare, riferiscono fonti dem, è la distanza emersa sul tema dell'immigrazione. "Più candidati ci sono, meglio è", replica Zingaretti.Tutto ciò in attesa della Leopolda quando Renzi illustrerà il suo piano di comitati civici di resistenza, con rappresentanti non parlamentari, che avranno il compito di costituire un vero e proprio network sul territorio. E andare oltre al di là del Pd, per spendere poi quella rete alle elezioni europee con una lista.