Quello di domani e di giovedì 26 sarà lo sciopero più imponente nella storia di Ryanair. La compagnia low cost sarà costretta a cancellare ben 600 voli con disagi per 100mila passeggeri, proprio nel bel mezzo delle partenze per le ferie. L'85% di quelli che avevano comprato il biglietto per viaggiare in quei due giorni non potranno volare o lo faranno con ritardi.Sono stati cancellati 200 voli giornalieri in partenza o arrivo dalla Spagna, 50 per il Portogallo e 50 per il Belgio. Altri 300 verso aeroporti di altri Paesi. A Orio salteranno almeno undici voli: cinque il primo giorno (Madrid, Charleroi, Valencia, Santiago di Compostela e Oporto) e altri sei (tra cui due per Barcellona) il giorno dopo, anche se un portavoce Ryanair ha dichiarato alle agenzie di aspettarsi che "in Italia i voli non subiscano variazioni". Il personale di cabina di Italia, Spagna, Portogallo e Belgio chiede migliori condizioni di lavoro, il rispetto dei diritti per i dipendenti di ogni Stato in cui opera la compagnia aerea e un tavolo per la negoziazione di un accordo collettivo. In Belgio il sindacato ha anche lanciato l'allarme perché la compagnia avrebbe richiamato equipaggi polacchi e tedeschi per sostituire quelli in sciopero. Per il direttore marketing della compagnia, Kenny Jacobs, questi stop "non hanno alcuna giustificazione e nessun altro scopo se non quello di rovinare la vacanza ai passeggeri". Jacobs ricorda che "il personale di bordo ha un buon stipendio - fino a 40mila euro l'anno con tutti i riposi dovuti e gli equipaggi di cabina ricevono commissioni sulla vendita dei prodotti a bordo. Lo scorso 19 luglio la compagnia aerea ha siglato il suo terzo accordo sindacale per il personale di bordo in Germania. L'accordo segue il primo siglato con i sindacati italiani Anpac e Anpav e il secondo con il sindacato del Regno Unito. E proprio ieri si è aperto un altro tavolo di negoziazione per la stesura del contratto collettivo per il personale navigante con base nel nostro Paese.Intanto, segnali non positivi vengono dai conti del primo trimestre: l'utile è calato del 22% a 309,2 milioni, a causa dell'aumento dei costi del carburante e dei salari dei piloti. Il rimbalzo dei prezzi del petrolio ha causato alla compagnia aerea un rincaro di 118 milioni, che dovrebbero raggiungere i 430 milioni nell'anno. La compagnia registra comunque un aumento del 7% del numero di passeggeri, che raggiungono i 37,6 milioni nel trimestre, nonostante i 2.500 annullamenti dei voli relativi agli scioperi dei controllori del traffico aereo in diversi Paesi. Numeri che spingono la low cost a confermare la guidance di un utile per l'intero anno fiscale 2018 dopo le tasse tra 1,25 e 1,35 miliardi. img src=http://www.ilgiornale.it/sites/default/files/styles/content_foto_node/public/foto/2018/07/07/1530981236-getty-ryanair.jpg /