È arrivata la condanna per Katrina Shangreaux, comminatale dal tribunale del Sud Dakota (Usa), il quale, al termine del procedimento, ha ritenuto di poter affermare che abbia agito con grande crudeltà e che neppure ora provi alcun rimorso per la barbarie commessa.Sono 40 anni di pena quelli che la donna dovrà scontare dietro le sbarre di un carcere, a causa del brutale omicidio del figlioletto Kylen il quale, all"epoca, aveva solo due anni. Bisogna riavvolgere il nastro fino al luglio del 2016: in preda ad un raptus e completmente fuori controllo, Katrina si accanì contro il piccolo, colpendolo ripetutamente con dei calci e con una cintura di pelle usata come una frusta. Le sevizie si conclusero con la tragica morte del piccolo Kylen. Ma la madre, con tutta calma, riordinò le idee e si occupò di ripulire al meglio la scena del crimine e di inventare una triste storia per allontanare da sè eventuali sospetti. Secondo la sua versione, il bimbo era morto a seguito di un tragico incidente, soffocato dopo aver mangiato della frutta.Furono ovviamente avviate delle indagini, a seguito delle quali la posizione della madre risultò indifendibile, così come quello che i giurati udirono uscire dalla sua bocca durante l"interrogatorio in tribunale. Katrina, infatti, rivelò di esser stanca del fatto che il figlio facesse la pipì a letto, la guardasse storto e che la chiamasse "Angie", il nome della zia.Dall"autopsia effettuata sul corpo di Kylen sono risultati segni evidenti di sevizie di vario tipo, tra lividi, tracce delle frustate ed anche bruciature procurate con mozziconi di sigarette.