E guerra (di denunce) sia. Dopo l'approdo della Open Arms a Maiorca, l'Ong ha deciso di denunciare l'Italia e la Libia (e le loro Guardie costiere) per omissione di soccorso e omicidio colposo. E lo stesso farà, con ogni probabilità, Josefa, la migrante recuperata dalla associazione umanitaria.Bene. Dal Viminale fanno trapelare che l'intenzione non è quella di stare a guardare. Sebbene fonti del ministero dell'Interno facciano sapere che "non meritano risposta le Ong che insinuano, scappano, minacciano denunce, ma non svelano con trasparenza finanziatori e attività", allo stesso tempo il Belpaese è pronta a denunciare chi "con bugie e falsità, mette in dubbio l'immensa opera di salvataggio e accoglienza svolta dall'Italia".In queste ore anche Fratelli d'Italia, per voce di Giorgia Meloni, ha chiesto al governo italiano di prendere una posizione dura di fronte alla minaccia di denuncia da parte di Open Arms. L'Ong, infatti, ha lamentato anche il presunto rifiuto dell'Italia a far sbarcare, oltre a Josefa, anche i cadaveri del bambino e dell'altra donna recuperati in mare. Il Viminale aveva indicato Catania come luogo di sbarco, ma Open Arms si è rifiutata perché non ritiene più il Belpaese un luogo sicuro anche a causa della presenza nel governo di Matteo Salvini. Facendo così rotta verso la Spagna."Se la Ong spagnola ha preferito rifiutare l'approdo in Italia per scappare altrove - è la replica del Viminale - è un problema suo. I porti siciliani erano aperti anche per accogliere i cadaveri a bordo e per questo alla ong era stata esclusa l'opzione Lampedusa: l'isola è infatti sprovvista di celle frigorifere per i corpi". Sulla stessa linea anche il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: "Mi spiace, ma Open Arms sbaglia obiettivo - ha scritto sui social - Italia è esempio nel Mediterraneo per umanità ed efficienza soccorsi. Parlano i numeri. Avevamo dato disponibilità a curare Josepha e aperto porto a Catania. Polemiche strumentali non ci interessano, si lavora per evitare morti in mare".