Vent'anni e una settimana. Tanto ha dovuto attendere la Croazia per sfidare nuovamente la Francia. Nella storia dei Mondiali di calcio, esiste un solo precedente tra le due nazionali. 8 luglio 1998, a Parigi si gioca la seconda semifinale della Coppa del Mondo. La Croazia gioca in trasferta. Da tabellino e da pubblico. Comprensibilmente, lo Stade de France ribolle di bandierine francesi. In tutto, sugli spalti si contano 76 mila persone. Quasi tutte intonano la Marsigliese. Sparuta la rappresentanza croata.La Croazia, allenata dal c.t. Miroslav Blazevic, è una nazionale sbarazzina. Al primo appuntamento mondiale della sua giovanissima storia, si qualifica alla fase a eliminazione diretta come seconda classificata del gruppo H, dietro all'Argentina - che la batte 1-0 - e davanti a Giamaica e Giappone. Agli ottavi fa fuori la Romania, ai quarti la Germania con un 3-0 senza appello. La squadra è ricchissima di qualità, tecnica e fantasia. La stella è il centravanti Davor Suker, che sarà il capocannoniere del torneo con 6 reti. Dietro a Suker un collettivo al suo servizio, dove spicca il talento dell'esteta milanista Zvonimir Boban. Dall'altra parte, una Francia con l'obbligo di vincere. L'ultima volta che i Blues hanno giocato in casa è andata bene: Europei 1984, trionfo sulla Spagna grazie al 2-0 del Parco dei Principi. Dopo la fine dell'era di "Le Roi" Platini e le mancate qualificazioni ai Mondiali del '94 e '98, la squadra allenata dal c.t. Aimé Jacquet è nel lotto delle favorite. La Francia è un melting-pot di razze ed etnie diverse: Zidane, Thuram, Karembeu e Barthez sono i simboli di questa nuova era. Che ai Mondiali ottiene un successo dietro l'altro, vincendo a punteggio pieno il Girone C ed eliminando poi Paraguay e Italia (ai rigori). Solo ai Mondiali 1986 era arrivata in semifinale, perdendo con la Germania ma centrando il terzo posto finale.[[youtube KVVJoKc5LGo]]E infatti, nel primo tempo la Croazia soffre l'aggressività transalpina. Il 4-3-1-2 della Francia copre alla perfezione il campo, l'intesa tra Zidane, Djorkaeff e Guivarc'h funziona e nei primi 45 minuti la Croazia fatica a contenere l'esuberanza avversaria. Zidane ci prova un paio di volte ma il portiere croato Ladic fa buona guardia. Dopo pochi secondi della ripresa il risultato cambia. A sbloccarlo è la Croazia, che approfitta di una dormita generale della difesa francese con una bella azione sull'asse Asanovic-Suker. L'attaccante viene servito sul filo del fuorigioco, si presenta davanti a Barthez e lo fulmina da pochi passi. La reazione della Francia è rabbiosa ma a propiziare il pareggio di Zidane e compagni è un clamoroso errore di Boban, che si fa soffiare il pallone da Thuram sulla sua trequarti. Rapido triangolo con Djorkaeff e destro ravvicinato che vale l'1-1. Al 69' la Francia completa la rimonta, è ancora Thuram a proporsi nella metacampo avversaria, sinistro dal limite dell'area e gol che porta la Francia in finale. Neppure l'espulsione di Blanc permetterà alla Croazia di recuperare il risultato. Con quella vittoria iniziò il ciclo vincente della nazionale transalpina: Mondiali '98, Europei 2000, tre finali mondiali e due europee negli ultimi 20 anni.Per la Croazia, invece, la finale di Mosca è la prima della sua storia. Tocca ai ragazzi di Dalic smentire le dicerie sul calcio prima jugoslavo e poi balcanico, un calcio esteticamente apprezzabile ma che tende sempre a sfarinarsi sul più bello. Un altro tabù da sfatare riguarda gli scontri diretti contro la Francia: in cinque sfide tra amichevoli ed Europei, tre successi Blues e due pareggi. C'è una casella zero da riempire. Per zittire i malpensanti. E vendicare quel maledetto pallone che ha fatto perdere il sonno a "Zvone" Boban.