Quando dall’entrata principale con l’ascensore saliamo al sesto piano, i reparti amministrativi dell’ospedale di Senigallia dove incontro Stefania Pagani sono deserti. Lei è una dottoressa bionda, piccola di statura, e un viso espressivo con grandi occhi castani, l’accento ibrido mescola il tarantino d’origine che circola in quello marchigiano della terra dove si è trasferita da adolescente. NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI come medico legale ha visitato e ascoltato le storie tragiche di più di trecento richiedenti asilo, arrivati dagli Sprar e …
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