Questa mattina, di fronte al Pantheon a Roma sono spuntate due balene, riprodotte a grandezza naturale, che emergono da un mare di rifiuti. Una alta sei metri, l'altra tre, hanno entrambe le pinne intrappolate da buste, bottiglie e reti.È la nuova installazione effettuata dagli attivisti di Greenpeace, per denunciare l'inquinamento dei mari, causato dall'uso smodato di plastica e di contenitori usa e getta, impossibili da riciclare completamente, data l'enorme quantità prodotta, che danneggia tutti gli animali marini. Proprio a causa dell'inquinamento marino, dovuto alla plastica, lo scorso aprile le isole Tremiti avevano autorizzato il solo uso di materiali biodegradabili.Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, ha sottolineato come le grandi aziende "continuano a fare enormi profitti grazie alla crescente produzione di plastica monouso, pur essendo perfettamente a conoscenza del fatto che è impossibile riciclarla tutta". Per questo, i grandi marchi dovrebbero prendere coscienza del problema e ridurre la produzione di plastica usa e getta.Per dare un'idea della portata del fenomeno, tra maggio e giugno, Greenpeace Italia aveva organizzato una raccolta rifiuti, da effettuare in sette spiagge italiane. Dopo aver ripulito il litorale, la spazzatura veniva divisa per tipologia (imballaggi per alimenti, igiene domestico, igiene personale) e marchio di appartenenza. I dati ottenuti dall'analisi, contenuti nel rapporto "Stessa spiaggia, stessa plastica", mostrano che"circa l'80 percento degli imballaggi e contenitori in plastica per cui è stato possibile identificare i marchi di appartenenza sia riconducibile proprio a marchi come Coca Cola, San Benedetto, Ferrero, Nestlé, Haribo e Unilever". Non solo. I rifiuti sono compostati prevalentemente da varie tipologie di plastica.Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, ha sottolineato la necessità di ridurre la produzione e l'utilizzo della plastica, contro la quale "istituzioni, cittadini e aziende devono fare fronte comune": ognuno, quindi, deve fare la propria parte, per continuare a godere di un mare pulito, nel quale le balene possano continuare ad abitare.