Il film, fuori concorso, scoppia nel cuore, nello stomaco e nella stessa dello spettatore con tutta la ricchezza di trovate linguistiche e intersezioni con un “altrove” artistico limitrofo. E allora il vero male non è Lars “il sadico” ma chi (critici, giornalisti...) lo pregiudica uscendo a metà del film per spararne a zero. Ipocrisie da recensioni impressionistiche, istintive
L'articolo The House that Jack Built, viaggio all’inferno (senza ritorno) con Lars von Trier proviene da Il Fatto Quotidiano.