Dopo cinque anni si conclude il processo sulla trattativa Stato-mafia, che vede dieci imputati (tra cui Totò Riina, morto a novembre).Condannati a 12 anni l'ex generale Mario Mori, l'ex generale Antonio Subranni, l'ex colonnello Giuseppe De Donno, Marcello Dell'Utri - tutti accusati di minaccia a corpo politico dello Stato - e al boss Antonino Cinnà. Pesante la pena per il boss Leoluca Bagarella, cognato di Riina, che dovrà scontare 28 anni di carcere, contro i 16 richiesti dai pm Vittorio Teresi, Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene. Otto anni per calunnia sono stati comminati al testimone chave del processo Massimo Ciancimino, assolto invece per il concorso esterno in associazione mafiosa (caduto in prescrizione).Assolto "perché il fatto non sussiste" l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino, accusato di falsa testimonianza. "ha espresso tutta la sua gioia", ha detto il suo avvocato Nicoletta Piergenti, "Era molto emozionato. Era con la sua famiglia per gioire con loro".I giudici della corte d'assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, hanno inoltre condannato Bagarella, Cinnà, Dell'Utri, Mori, Subranni e GDe Donno al pagamento in solido tra loro di dieci milioni di euro alla presidenza del Consiglio dei ministri che si era costituita parte civile nel processo.