Un accordo tra il vincitore e lo sconfitto non è mai un patto tra eguali. Occorre realismo e freddezza nelle scelte “responsabili”. Il vincitore non va sottovalutato: passa con estrema praticità da un estremo all’altro. Dalla mistica «mai alleanze, no al principio politico del compromesso» alla dichiarazione della sacra disponibilità a siglare qualsiasi accordo, pur di incoronare il «capo politico». Questa duttilità potrà far storcere il naso in nome di un malinteso valore morale della coerenza, ma l’ambiguità più beffarda …
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