L’immagine di un futuro segretario in balia del predecessore e dei suoi ultrà non era edificante. Né quella del «caminetto renziano», ovvero i capicorrente di maggioranza Pd, riuniti in uno studio di Via Veneto per litigare su chi sarà il prossimo leader e come sarà eletto: dimostrazione plastica del fatto che Renzi stavolta non riesce a mettere ordine fra i suoi ma comunque non ha mai smesso di dirigere il partito. Nonostante le dimissioni e la promessa di «due anni …
Continua