Il consiglio comunale fa quadrato «La Sentinella è un bene comune»
Ivrea
È sui temi della difesa del lavoro e dell’informazione locale che il consiglio comunale di Ivrea ritrova una compattezza raramente vista negli ultimi due anni e mezzo. Lunedì sera maggioranza e opposizione hanno votato all’unanimità due mozioni di forte valenza territoriale: la tutela della sede eporediese di Konecta e la difesa de La Sentinella del Canavese, storico quadrisettimanale oggi alle prese con un futuro incerto. Ieri sera il gruppo Gedi ha annunciato di aver raggiunto l'accordo preliminare per la cessione del giornale alla società pugliese Ledi.
Presentata dalla maggioranza – prima firmataria Vanessa Vidano – la mozione su Sentinella ha raccolto il sostegno di quasi tutti i gruppi di minoranza, con la sola eccezione di Fratelli d’Italia, che ha depositato un proprio testo. Nel dibattito, però, è emersa una preoccupazione condivisa per il destino di una testata che da ben 132 anni rappresenta un presidio di informazione locale di qualità. «Interveniamo – ha spiegato Vidano – per dire al gruppo editoriale che la perdita o anche solo l’indebolimento della Sentinella sarebbe un danno vero per il territorio, che da oltre un secolo dispone di un’informazione professionale, democratica e aperta al confronto». Un caso quasi unico, come ricordato dalla consigliera: «Non esiste un altro territorio non capoluogo di provincia con un quadrisettimanale dedicato. È un patrimonio inestimabile». Da qui l’appello ad allargare la mozione anche agli altri Comuni e l’invito ai cittadini a sostenere la stampa locale: «Se vogliamo informazione di qualità, va sostenuta».
Per Fdi, come ha spiegato Andrea Cantoni, la Sentinella resta un patrimonio da tutelare, ma il rischio maggiore per la sua indipendenza non sarebbe l’uscita da un grande gruppo editoriale come Gedi, bensì la permanenza al suo interno. Una lettura che ha alimentato il confronto, con l’intervento di Andrea Gaudino a spostare l’attenzione sul quadro complessivo: «Qui non si parla solo della Sentinella, ma della tutela dell’informazione. L’operazione Gedi rischia di minare l’indipendenza di giornali e radio storiche. È fondamentale garantire che la testata resti radicata sul territorio».
Il sindaco Matteo Chiantore ha cercato una mediazione, confermando l’esistenza di una trattativa tra Gedi e con il gruppo Ladisa, realtà pugliese attiva nella ristorazione collettiva e in espansione nell’editoria. «Ho avuto un confronto diretto con l’imprenditore – ha riferito –. La trattativa esiste, ma è in una fase riservata». Per l’amministrazione, i punti fermi restano la salvaguardia dei livelli occupazionali, la sede a Ivrea, la presenza dei giornalisti sul territorio e il mantenimento del nome storico: «Perdere una testata come la Sentinella significherebbe perdere un pezzo di comunità». Vidano ha infine indicato come strada maestra un maggiore coinvolgimento degli imprenditori locali, interesse che al momento non si è ancora manifestato. Alla fine si è raggiunta una sintesi e si è votato all’unanimità una mozione unitaria. Una mozione simile a quella di Ivrea è stata approvata lunedì sera all’unanimità anche dal consiglio di Castellamonte.
Unità politica anche sulla vertenza Konecta, dove è stato trovato un punto di sintesi tra la mozione della maggioranza e quella presentata da Massimiliano De Stefano (Azione). Al centro, la prospettiva di accorpare le sedi su Torino, con pesanti ricadute sui lavoratori eporediesi. «Parliamo di una sede prestigiosa come Palazzo Uffici – ha detto De Stefano – e di salari medi sui 700 euro: la trasferta su Torino è incompatibile con tempi di viaggio ed equilibrio familiare». Un’operazione che, secondo il consigliere, produrrebbe lavoro povero e “licenziamenti mascherati”, costringendo le persone a scegliere tra lavoro e vita privata. Sulla stessa linea le consigliere Vidano e Manucci: «La crisi delle Tlc non può ricadere solo sui lavoratori». Francesco Giglio ha parlato di fallimento delle politiche industriali degli ultimi vent’anni: «Comdata era nata qui ed era cresciuta sul territorio, prima di essere assorbita da gruppi esterni». Chiantore ha annunciato contatti con il sindaco di Asti e la richiesta di un incontro urgente con il presidente Cirio. Ha anche riferito di un confronto recente con la parte datoriale e della disponibilità della proprietà di Palazzo Uffici a rivedere le condizioni di affitto: «Ma temo che questa operazione sia finalizzata a far lasciare il lavoro a una parte dei dipendenti».