Ivrea
Tra le prime valute utilizzate dall’umanità e sicuramente tra le più longeve, l’oro rappresenta da sempre il bene rifugio per eccellenza. Lo sa bene Boi, banco dell’oro e casa d’aste di Ivrea sito in corso Massimo D'Azeglio 56/58, nominato dal Sole 24 tra i Leader della crescita 2025, e che nell’ultimo anno ha visto quasi raddoppiare il fatturato, passando dai 25 milioni del 2023 a più di 40 nel 2024.
«Abbiamo lavorato molto e bene, il fatturato è quasi raddoppiato, siamo molto stanchi ma anche parecchio soddisfatti e orgogliosi del riconoscimento – commenta Manuel Lo Riso, direttore di Boi –. Nell’ultimo anno ci siamo ingranditi, abbiamo aperto la casa d’aste che sta dando un grosso aiuto agli affari, ma soprattutto sono aumentati gli investimenti in metalli preziosi, a volte è difficile persino stare dietro alla richiesta. Abbiamo molti clienti che arrivano anche dal mercato europeo: a differenza dell’Italia infatti, dove l’oro viene comprato quasi unicamente in lingotti da investimento, all’estero apprezzano ancora molto l’oggettistica, anche quella vintage come gli orologi da taschino. Infine c’è il mercato del collezionismo, che spazia dagli oggetti alla numismatica, dove magari il singolo cliente arriva a spendere anche cifre molto importanti».
Non un caso. In quanto bene rifugio infatti, il valore dell’oro sale durante i momenti di maggiore instabilità sociale. Nell’ultimo anno, caratterizzato da guerre e inflazione galoppante, l’oro ha visto aumentare il proprio valore di oltre il 40%, passando da costare 59 euro al grammo a valerne addirittura 83.
«L’oro è stato definito dalla Banca centrale europea il miglior asset a rischio zero sul quale investire – spiega Lo Riso –. Mentre infatti qualsiasi moneta subisce l’effetto dell’inflazione, il valore dell’oro continua ormai da anni a crescere, anche a fronte di quest’ultima. Ma c’è di più: l’oro è soprattutto un bene fisico, cosa che i soldi ormai non sono più da tempo. Se ho dei risparmi in banca e la banca fallisce, i miei soldi scompaiono assieme alla banca. Di esempi in Italia ne abbiamo avuti diversi, basti pensare ai crack di Banca Etruria o della Popolare di Bari. L’oro invece è fisico, anche se noi come negozio dovessimo chiudere o fallire, l’oro rimarrebbe di proprietà di chi l’ha acquistato, mantenendo inalterato il suo valore. Inoltre le cessioni di oro da investimento sono esenti dall'imposta Iva, che non è poco».
Al di là degli investimenti privati poi, l’oro continua a essere al centro dell’interesse anche di enti di portata nazionale e sovranazionale.
«Proprio perché oggi la maggior parte dei soldi sono digitali e non più fisici, le stesse banche centrali investono in oro, per poter così garantire una controparte reale al denaro digitale. L’oro poi rimane importante anche a livello applicativo in quanto ottimo conduttore, venendo molto apprezzato per la costruzione di chip».
Quello dei metalli preziosi non è però un mercato privo di regole: sia i clienti che gli stessi venditori devono poter garantire alti livelli di trasparenza e legittimità.
«Quando un cliente acquista dell’oro, in particolare sopra un certo quantitativo, è mio compito fare delle indagini sulla provenienza dei soldi usati per acquistarlo e su eventuali insoluti pagamenti del cliente – continua Lo Riso –. Non è poi possibile acquistarne nemmeno per persone con un ruolo di rilevanza politica, perché potrebbe essere utilizzato per pagare tangenti non tracciabili. Anche chi lavora in questo ambito deve poter dimostrare una fedina penale totalmente limpida fino ai parenti diretti, e non è tollerato alcun tipo di insoluto. Insomma non è un campo nel quale possono lavorare tutti, e per la delicatezza di molte trattative servono grande affidabilità e precisione nel lavoro, anche in fatto di tempi e di contabilità. È sicuramente un campo molto impegnativo, il tanto lavoro fatto in questi mesi lo dimostra, ma sicuramente dà tante soddisfazioni, soprattutto in termini di busta paga. Come bonus natalizio, visti i grandi traguardi raggiunti quest’anno dall’azienda, a tutto il team è stato regalato un lingotto d’oro da 5 grammi».