Il 16 gennaio 2024 è una data chiave nell'anno della Roma: i Friedkin, non soddisfatti dall'andamento della squadra in campionato, decidono di esonerare José Mourinho. "Conserveremo per sempre grandi ricordi della sua gestione, ma riteniamo che, nel migliore interesse del Club, sia necessario un cambiamento immediato", recita il comunicato della società. Affiorano memorie indelebili nella mente e nel cuore di qualsiasi tifoso giallorosso: dall'incredulità nel momento dell'annuncio del suo arrivo alle polemiche nel parcheggio per la direzione dell'arbitro Taylor dopo la sconfitta a Budapest, passando per la vittoria della Conference a Tirana e la valorizzazione (con conseguente plusvalenza, per la gioia dei bilanci) di tanti giovani, oltre alle classiche e indimenticabili "mourinhate". Il 6 aprile la Roma batte 1-0 la Lazio grazie al colpo di testa di Mancini su corner di Dybala. Daniele De Rossi può festeggiare la sua prima vittoria da allenatore nella stracittadina. Un successo già di per sé significativo, avvalorato dalla rincorsa della Roma verso la zona Champions. A prendersi la scena, però, è Gianluca Mancini: il numero 23 giallorosso, nell'esultanza sotto la Curva Sud, sventola una bandiera biancoceleste con sopra raffigurato un topo. "Non volevo offendere nessuno, un po' di goliardia ci può stare", dirà il difensore scusandosi per l'accaduto. Diventato ancor di più idolo della tifoseria giallorossa, Mancini se la caverà "solo" con una multa da 5000 euro inflittagli dal Giudice Sportivo. Dopo la vittoria nella stracittadina è arrivata un'altra settimana perfetta per la Roma di De Rossi, quella intercorsa tra l'11 e il 18 aprile. I giallorossi, infatti, hanno sfidato il Milan nel "derby italiano" valido per i quarti di finale di Europa League. Nella gara d'andata a San Siro il gol di Mancini ha consegnato la vittoria nel primo round, poi il ritorno all'Olimpico ha visto la Roma conquistare la quarta semifinale europea consecutiva: 2-1 il risultato, con i gol in 22 minuti del "solito" Mancini e di Dybala, nonostante la squadra avesse perso Celik per il rosso diretto rimediato dopo mezz'ora di gioco. Al triplice fischio è partita la festa, dei tifosi sugli spalti e dei calciatori in campo: l'eroe di serata è Ndicka, che la domenica precedente era stato colpito da un malore a Udine. E' una calda serata di fine agosto, il 22 per la precisione, quando un'offerta milionaria - e apparentemente irrinunciabile - arrivata dall'Arabia per Paulo Dybala ha dato quasi la certezza che l'avventura del fantasista a Roma fosse giunta al termine. La Joya sembrava in procinto di abbandonare la Capitale per dire si all'Al Qadsiah. D'altronde c'erano 75 milioni di motivi per accettare. Ma per Dybala evidentemente non non era così scontato. L'enorme ondata d'affetto dei tifosi, culminato nell'invasione pacifica davanti alla casa del numero 21, ha fatto scattare qualcosa nel cuore del calciatore e della moglie Oriana Sabatini per dire di no a tanti milioni e si ancora alla Roma. Con un post su Instagram (un video strappa-lacrime, che probabilmente era stato preparato per l'eventuale addio, ma accompagnato dalla didascalia "Grazie Roma, ci vediamo domenica"), il giocatore ha messo fine alla telenovela di fine estate, opponendosi alla scelta della società di cederlo e puntando i piedi per rimanere in giallorosso. I tifosi hanno festeggiato l'annuncio come fosse stato un gol al 90mo, e Dybala ha conquistato definitivamente i loro cuori. Dopo le prime quattro giornate del campionato 2024-25, con uno score di 3 pareggi e una sconfitta (contro l'Empoli, in casa), è già tempo di cambiamenti in casa Roma: esonerato De Rossi, che tre mesi prima aveva firmato un contratto triennale. L'obiettivo è "riprendere prontamente il percorso auspicato, in un momento in cui la stagione è ancora al suo inizio", si legge nella nota emessa dal club per spiegare la scelta. Passano pochi giorni e arrivano le dimissioni della CEO Souloukou, promotrice, a detta di molti, dell'esonero della bandiera giallorossa. Dopo la buia parentesi con Juric, finalmente una notizia che riesce a mettere d'accordo squadra e piazza: il terzo ritorno in panchina di Ranieri, che al termine della stagione precedente aveva annunciato il pensionamento. E' il quarto allenatore della Roma in appena 10 mesi, ma questa volta si tratta del Normal One.