CUORGNÈ. Andrea Beltramo, classe 1974, originario di Cuorgnè, è autore, doppiatore e conduttore televisivo: ha recentemente lanciato la pubblicazione del suo secondo libro, Il richiamo dell’Abisso, disponibile su Amazon.
La sua è una carriera poliedrica: oltre ai ruoli da protagonista in diverse opere teatrali, ha fatto parte del cast di alcune produzioni televisive: Le ragazze di Miss Italia, Don Matteo, Cento vetrine, Camera Cafè. Ha interpretato Mozart nel programma Gran Concerto, scritto da Raffaella Carrà e Sergio Japino. Dal 2005 conduce il programma per bambini L'albero azzurro. È doppiatore di note serie tv e film, tra cui The Crown, Vikings, Downton Abbey, ma anche voce di diversi audiolibri. Nel 2014 vanta l’uscita del suo primo libro: Eden.
Come è nata l’idea di pubblicare un secondo libro? «Sono un avido lettore, mi piace inventare storie, sono un creativo e per questo sento l’esigenza di fermare su carta le storie che la mia mente crea. Ho deciso di scrivere un thriller fantasy la cui storia viaggia su due binari storici paralleli: un mondo fuori dal tempo e la Torino storica ottocentesca. Vivendo a Torino sono sempre stato suggestionato dal suo fascino ricco di mistero e dai suoi fatti storici rilevanti: è una città magica, che offre vari spunti per le mie narrazioni, è per me come terreno fertile. Ho cercato di mettere insieme suspense e colpi di scena per catturare il lettore all’interno della storia. Per scrivere il libro ho studiato e fatto numerose ricerche sulla Torino ottocentesca, ho cercato di immaginare quali persone si potessero incrociare per strada e come fossero vestite. Sono molto contento del lavoro che ho fatto, mi piace l’idea che il lettore possa ritrovarsi in quell’atmosfera».
All’interno del libro è presente anche lei o è riuscito a distaccarsi totalmente dalla narrazione?
«È inevitabile esserci in qualche modo, per quello che sono riuscito a capire dalla scrittura di un libro. È quasi impossibile non trasferire nella propria storia qualcosa che proviene dalla propria coscienza, è impossibile esserne totalmente distaccati. I miei due protagonisti hanno una gran voglia di ricominciare e di combattere per far andare le cose nel verso giusto, cercano di investire tutto su se stessi e di trasformare le cose che non funzionano per poi farle risorgere, sono in grado di tirarsi su le maniche e trasformare i problemi in occasioni. Il protagonista storico è più introspettivo e misterioso, prende decisioni più drastiche: rappresenta il lato più oscuro di me, a cui lascio poco spazio, ma che rimane sempre parte del mio essere. Posso dire di essermi ispirato al celebre romanzo di Stevenson e ai suoi Dr. Jekyll e Mr. Hyde che mi aveva appassionato moltissimo e rimarrà per sempre dentro di me».
In futuro, vedremo la pubblicazione di altri libri firmati da lei?
«Me lo auguro di cuore. Vorrei fare qualcosa del genere anche in futuro, senza darmi limiti neanche sotto questo punto di vista. La mia carriera è variegata, non sempre i progetti che seguo mi permettono di fare molte cose, nella vita si deve riuscire a fare ordine nei propri impegni. È molto appagante per me scrivere e raccontare storie. Spero di non smettere mai di avere l’energia che mi spinge a rinnovarmi e a non fermarmi mai, mi sento come un treno lanciato in corsa nella notte. Spero di proseguire sempre con lo stesso entusiasmo».
Se potesse dire qualcosa al sé bambino, cosa sarebbe? «Io credo molto in quello che faccio, ma direi a me stesso di crederci ancora di più. È sempre più dura, di questi tempi, fare questo lavoro, ma io ci sono riuscito e devo esserne molto fiero. Al me bambino direi che non bisogna smettere mai di avere fiducia in se stessi. Da padre, credo molto nel fatto che dobbiamo rendere i bambini sicuri di loro stessi e delle proprie capacità, senza lasciarsi scoraggiare dalle prime difficoltà».