PAVIA. Le urla provenienti dall’alloggio hanno spinto il vicino di casa a chiamare la polizia. Ed è stato proprio l’intervento degli agenti, aggrediti dall’inquilino dell’alloggio da cui le urla provenivano, a far emergere una storia di presunte violenze domestiche, rimasta fino a quel momento nascosta. O. N., un camionista di 64 anni di origine ucraina che vive a Pavia, incensurato, è stato arrestato per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e ieri mattina ha patteggiato otto mesi (con pena sospesa) davanti al giudice Carlo Pasta, ma a suo carico è stato aperto anche un fascicolo per maltrattamenti ai danni della moglie.
Quando gli agenti sono arrivati nell’alloggio, in via Ambrogio da Fossano, nei pressi di via Riviera, la donna non c’era, ma è stata rintracciata poche ore dopo a casa di un parente, dove aveva trovato protezione, e subito sentita. Agli agenti ha raccontato di essere vittima da anni di violenze. Una situazione mai denunciata prima, per paura di ritorsioni. Dichiarazioni che hanno subito fatto partire l’iter previsto dal Codice rosso, con l’attivazione di un percorso più rapido sul fronte giudiziario e di maggiore tutela delle vittime di violenza domestica.
Ieri mattina, quindi, l’uomo ha chiuso in tribunale la sua posizione solo per la contestazione di avere aggredito gli agenti in servizio, che erano intervenuti dopo la chiamata del vicino di casa.
La segnalazione alla polizia è arrivata nella notte tra giovedì e venerdì. Il vicino ha spiegato che sentiva urlare in casa e non era la prima volta. Quando gli agenti sono arrivati nell’alloggio indicato hanno trovato il 64enne in stato di alterazione da abuso di alcol e molto agitato. Non aveva vestiti addosso. L’uomo alla vista degli agenti invece di calmarsi ha dato in escandescenze. Gli agenti hanno estratto il taser, minacciando di usarlo, ma questo non è bastato a impedire la reazione del 64enne, che per divincolarsi dalla presa dei poliziotti li ha feriti. Vista la situazione gli agenti hanno chiamato il 118 e l’uomo, che stava diventando pericoloso per sé e per gli altri, è stato portato in ospedale. Dimesso all’alba di ieri è stato poi portato in questura: nell’auto di servizio della volante ha continuato ad agitarsi prendendo a testate il plexiglass che divide l’abitacolo. Ieri in mattinata si è presentato davanti al giudice, assistito dall’avvocato Pietro Trivi. Alla fine dell’udienza è tornato in libertà. —
m. fio.