«Non se ne sente la necessità» e «non se n’è mai parlato». Intercettati dai giornalisti a margine della discussione sulla manovra al Senato i “big” del centrodestra hanno nuovamente smentito le voci sull’ipotesi di rimpasto. Un tam tam tutto mediatico, che in queste ore si è caricato di un nuovo elemento: il retroscena giornalistico secondo cui nella maggioranza esisterebbe una “super clausola anti-rimpasto” che sarebbe stata posta all’inizio delle trattative per la formazione del governo e che impedirebbe ai membri dell’esecutivo di assumere un incarico già ricoperto. Dunque, per calarla nella cornice attuale, a Matteo Salvini di andare al Viminale. Anche su questa ipotetica clausola, però, sono arrivate smentite.
Sulla questione del rimpasto è intervenuto lo stesso Salvini, sostanzialmente confermando la “nostalgia” per il Viminale di cui aveva parlato subito dopo l’assoluzione nel processo Open Arms, ma chiarendo che da parte sua non ci sono pretese di sorta. «Siamo tutti nelle mani del buon Dio. Il ministro dell’Interno l’ho fatto e penso discretamente. Adesso – ha spiegato il ministro dei Trasporti – l’assoluzione toglie le scuse soprattutto alla sinistra che diceva “Salvini non può occuparsi di immigrazione perché sotto processo”. Ho tante cose da portare avanti al ministero dove sono, ma occuparsi della sicurezza degli italiani è qualcosa di bello e importante». «C’è Piantedosi che – ha precisato il leader della Lega – ha tutta la mia stima e fiducia, ragioneremo sia con Giorgia che con lui».
«Non è all’ordine del giorno, non se ne è mai parlato», ha detto all’agenzia di stampa Adnkronos, a proposito della “super clausola”, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e senatore di FdI, Giovanbattista Fazzolari. Anche del rimpasto «non se n’è mai parlato», anche se, ha precisato, «non c’è preclusione su nulla». «Il rimpasto – ha ricordato Fazzolari – si fa quando l’attività del governo ne troverebbe giovamento, ma ad oggi non mi sembra che ci sia questa esigenza». «Piantedosi – ha aggiunto – è un ottimo ministro, così come Salvini al Viminale sicuramente farebbe molto bene, ma ad oggi – ha ribadito – non c’è alcuna esigenza di rimpasto».
«Non ne vediamo la necessità», ha spiegato anche il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, rispondendo alle domande dei cronisti sia sulle ipotesi di rimpasto che sull’esistenza della “super clausola”. Il presidente dei senatori di FI, Maurizio Gasparri, ha a sua volta chiarito di non essere «personalmente a conoscenza» di questo ipotetico vincolo. «A prescindere da questo – ha aggiunto – ritengo che la stabilità e la continuità siano un punto di forza dell’azione di questo governo e di questa maggioranza, per quanto riguarda la formula e le persone che compongono la compagine ministeriale. E naturalmente un valore per il Paese. Quindi – ha sottolineato – non vedo le ragioni per parlare di rimpasto e per procedere a cambiamenti, a meno che non ci siano promozioni come è accaduto nel caso di Raffaele Fitto. Questo – ha concluso Gasparri – vale in generale e anche in particolare, come ho già detto nei giorni scorsi quando ho elogiato l’operato del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi».
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