Ho notato recentemente che alcuni evidenziano i “successi” dell’attuale Federazione Scacchistica Italiana.
Attualmente, il nostro miglior giocatore U20 è 320° al mondo tra i suoi coetanei, con posizioni simili nelle categorie U18 e U16.
Nonostante l’Italia sia l’ottava potenza economica, ci troviamo in una posizione difficile nel panorama scacchistico internazionale. È fondamentale riflettere su questa realtà: ogni giorno che passa rappresenta un’opportunità in meno per i nostri giovani.
Domande e questioni fondamentali come questa che ho sollevato non possono essere lasciate in secondo piano. L’impressione è che la dirigenza FSI non abbia interesse a rispondere, spero di sbagliarmi. Alcuni giorni addietro ho poi pubblicato un post in cui esprimevo la mia opinione sul fatto che i delegati rappresentanti dei giocatori dovrebbero essere giocatori attivi. In quell’occasione, la consigliera federale in carica per i giocatori, Veronika Goi, è intervenuta, non evitando anche di criticare aspramente la mia posizione.
Tuttavia, quando si tratta di affrontare questioni ben più rilevanti, come le criticità del livello giovanile italiano, nessuno sembra interessato a rispondere. Recentemente, durante un dibattito in rete, il presidente FSI Luigi Maggi ha preferito mettere in risalto il proprio curriculum piuttosto che rispondere alla mia domanda sui grandi problemi di competitività dei nostri giovani.
Ripeto: il nostro miglior giocatore U20 è attualmente 320° al mondo nella sua categoria, e situazioni analoghe si riscontrano nelle fasce U18 e U16. Nonostante l’Italia sia l’ottava potenza economica globale, ci troviamo in una posizione critica nel panorama scacchistico internazionale.
Queste sono domande a cui non si può sfuggire. Certo, non sono obbligati a rispondere a me direttamente, e possono scegliere canali più favorevoli, ma continuerò a fare il possibile affinché questo tema non venga messo da parte nelle imminenti elezioni federali di dicembre.
Se qualcuno lo vorrà, sono aperto ad un dialogo costruttivo, nell’interesse di tutto il nostro movimento.