RIVAROLO CANAVESE
«Per favore, se dovete raccontare l’accaduto ai vostri lettori, non scrivete che sono stati dei vandali. Sono semplicemente degli idioti. E se scoperti e denunciati speriamo siano destinati a fare ore di lavoro di pubblica utilità».
Non usano mezzi termini e non fanno sconti in Comune dove il sindaco, Martino Zucco Chinà, i suoi assessori e, per una volta i consiglieri di maggioranza ed opposizione uniti, condannano la deplorevole azione, computa nei giorni delle festività natalizie, quando ignoti sono entrati in azione nell’area dello Spazio elementare ed hanno imbrattato con scritte volgari la scultura dedicata a Aldo Pizzuto, Clemente Ciampolillo, Serena Ipsa, Stefania Mazzei, i quattro ragazzi che persero la vita in un tragico incidente il 13 luglio 2002 tra Cesena e Rimini.
fabbri nell’anima
Proprio ai giovanissimi animatori dell’oratorio di San Michele, con il contributo e la collaborazione della Pro loco e del Comune, i «Fabbri nell'anima» avevano dedicato un monumento il 1 ottobre 2023.
«Io non so chi siano i colpevoli di questo scempio – ha scritto sui social l’assessore Alessia Cuffia -, io non so chi sia stato così insensibile da danneggiare quest’opera. Purtroppo, non so nemmeno bene quando questo sia accaduto, perché la foto mi è stata segnalata da un’amica che l’ha vista in una storia Facebook giovedì 26 dicembre. Quello che so, è che questo gesto merita una ferma e netta condanna. Atti come questo vanno assolutamente stigmatizzati perché nulla hanno a che vedere con la società civile di cui tutti noi facciamo e dobbiamo fare parte. “Primavera” è un simbolo dalla straordinaria importanza in grado di toccare nel profondo chiunque abbia avuto la fortuna di conoscere quei 4 ragazzi e le loro famiglie. Deturparlo significa offendere la memoria di chi ha perso la vita nel corso di quel tragico incidente e, contestualmente, mancare di rispetto a chi, ancora oggi, soffre per la perdita di un figlio, di una sorella, di un amico».
i costi del teppismo
Gli atti vandalici in generale, ma in questo caso si va oltre, rappresentano un costo non solo per l’amministrazione comunale ma per l’intera comunità, motivo per cui mi sento di invitare tutti i cittadini ad essere sempre collaborativi segnalando, a noi o al comando di polizia locale, eventuali episodi cui assistano od abbiano assistito ed eventuali informazioni che possano rivelarsi utili – ha aggiunto Cuffia-. È intollerabile che qualche delinquente leda il bene comune di una città che ha, in primis, il dovere di onorare il ricordo di quei ragazzi e, a seguire, quello di tutelare il lavoro di chi si è messo gratuitamente a disposizione. Faremo quanto è in nostro potere per individuare il responsabile. Ringrazio il comandante della Polizia municipale, Sergio Cavallo, l'Ufficio tecnico e i cantonieri per il rapidissimo intervento di pulizia e risistemazione dell'opera deturpata». L’opera, come detto, è stata prontamente ripulita. Resta tutta l’amarezza per un atto vile da condannare senza mezze misure.
un doppio dolore
I primi ad essere colpiti nel cuore e nell’animo dall’accaduto sono i genitori e i parenti delle quattro giovani vittime.
«Non abbiamo parole, troppa la sofferenza - dice Simone Ipsa, il papà di una delle giovani vittime - Per noi quella semplice scultura era il simbolo della solidarietà, della stima, del cordoglio e dell’amore che la città di Rivarolo ha riversato sui di noi in quei giorni di dolore e disperazione. Non chiedetemi di commentare o di proporre ricette. Il gesto si commenta da solo. In questi giorni di festa ci si è riaperta una ferita».
Intanto sono scattate le indagini e dal Comune promettono: «Non faremo sconti». —