Dopo un paio d’anni nel corso dei quali si è parlato spesso di great resignation, ossia la tendenza, diffusasi a partire dal contesto USA, di lasciare volontariamente il proprio posto di lavoro, adesso la strada sembra essere quella della riduzione del turnover, evidenziata anche dai dati emersi, lo scorso febbraio, dal .
Considerando anche il fatto che, in media, ogni persona che lascia un’azienda ha, per quest’ultima, un costo pari alla metà del suo stipendio, sempre più realtà si impegnano per migliorare il benessere e la soddisfazione della propria forza lavoro.
Come riuscirci? Vediamo assieme qualche consiglio nelle prossime righe!
Welfare aziendale
Il benessere fisico e mentale dei propri dipendenti è fondamentale per qualsiasi azienda e mettere a disposizione servizi di welfare può fare la differenza tra un team di persone soddisfatte e personale che, invece, decide di guardare altrove.
Considerata l’importanza che il welfare aziendale ha guadagnato in questi anni, sono numerose le soluzioni a disposizione di chi vuole fornire ai propri dipendenti dei benefit capaci di cambiare loro – davvero – in meglio la vita.
Giusto per citare un esempio, è possibile chiamare in causa il celebre portale , che ha proprio una sezione dedicata alle aziende dove è possibile acquistare pacchetti attraverso i quali mettere a disposizione dei propri dipendenti servizi come lo psicologo e il medico online e le consulenze con il pediatra per i figli piccoli.
Assegnazione ragionata degli incarichi
Un altro modo per attuare una riduzione concreta del turnover in azienda prevede il fatto di assegnare in maniera ragionata gli incarichi all’interno dei vari team.
Tutto deve partire dalla conoscenza delle effettive abilità e potenzialità di ogni persona, risultato che si raggiunge solo attraverso il confronto costante tra i team leader e le persone che sono tenuti a coordinare.
Flessibilità
Da quando il Covid ha cambiato radicalmente il modo di approcciarsi al lavoro in ufficio, introducendo, per i primi tempi e per moltissime aziende, lo smart working obbligatorio – poi, come ben si sa, anche a livello normativo le cose sono cambiate con la fine dell’emergenza sanitaria – la flessibilità è un aspetto sul quale i dipendenti di un’azienda non transigono.
Alla luce di ciò è opportuno, per ridurre il turnover, fare il possibile per garantirla ai propri dipendenti, concedendo lo smart working su richiesta e facendo in modo che questa scelta non impatti negativamente sulla coesione del gruppo e la gestione dei progetti.
Formazione regolare del personale
Ridurre il turnover del proprio personale aziendale passa anche dalla formazione costante di dipendenti e collaboratori. Lavorare su questo aspetto vuol dire puntare l’attenzione su diverse soluzioni, a partire dalle academy aziendali, che permettono di migliorare, in maniera agile e immediata, diverse competenze sia tecniche e specifiche per il lavoro che si svolge, sia trasversali (soft skill).
Si può anche stanziare parte del budget per permettere ai propri dipendenti di seguire programmi di formazione messi a disposizione da realtà esterne all’azienda.
Il risultato? Dipendenti soddisfatti, fiduciosi e autoefficaci e, di conseguenza, in grado di sostenere progetti sempre più sfidanti.
Attività di team building
Ultimo ma non meno importante consiglio per minimizzare il turnover nella propria azienda riguarda l’organizzazione di attività di team building.
I gruppi con una buona coesione sono maggiormente propensi a seguire, step by step, le tappe che portano al passaggio da obiettivo ben formato a risultato.
Il bello delle attività di team building riguarda anche la possibilità di trascorrere del tempo in contesti che, al di là del lavoro sul gruppo, favoriscono il benessere personale.
Molti di questi programmi, infatti, prevedono giornate in mezzo alla natura o impegnati in attività artigianali divertenti e sfidanti, dalla cucina alla creazione di manufatti artistici (per esempio vasi).
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