MONTANARO. Montanaro vanta un centro storico di grande pregio che racchiude i principali luoghi caratteristici del paese. Tra questi ci sono il ricetto, il complesso vittoniano delle chiese, oratori e campanili e il Castello dei Conti Frola.
il Castello
È proprio su quest’ultimo bene che si concentra l’attenzione dell’attuale amministrazione, che vorrebbe favorirne il recupero. Il Castello, di proprietà comunale, si trova a ridosso del centro storico ed è contiguo al complesso vittoniano, circondato da mura e da altri edifici di epoca più recente. Il maniero offre uno spaccato su varie epoche e le sue parti sono state realizzate in secoli diversi: il nucleo più antico, risalente all’anno Mille, comprende le torri tardomedioevali, poi c’è la torre gotica del 15° secolo e, infine, si può ammirare una più recente ristrutturazione di epoca Ottocentesca. A partire dalla fine dell’Ottocento, su lascito della famiglia Frola, il Castello è diventato un bene pubblico. Le volontà testamentarie ne hanno fatto un ricovero per anziani e persone bisognose. Una vocazione durata fino al 2012, quando le condizioni strutturali e di sicurezza hanno di fatto reso impossibile proseguire con l’esperienza della casa di riposo. «In quegli anni gli ospiti della rsa sono stati trasferiti a quella nuova degli Anni azzurri, sempre in paese – spiega il sindaco Antonino Careri –. Da allora è stato progressivamente abbandonato e il degrado ha fatto il suo corso. Oggi viene ancora utilizzato, prevalentemente nelle parti esterne, per eventi organizzati dalle associazioni e per matrimoni. La parte tenuta meglio è quella del parco, che funziona da parco giochi pubblico ed è aperto. Attualmente abbiamo ottenuto un contributo di 400mila euro per il rifacimento degli impianti, ma servirebbero ingenti fondi per avviare il recupero strutturale e la messa in sicurezza. La volontà è quella di riaprirlo e riutilizzarlo. L’edificio, ricco di storia, è bellissimo e ha un grande potenziale».
Il complesso Vittoniano
Accanto al castello è situato un altro luogo caratteristico di Montanaro: il complesso Vittoniano. Si tratta di quattro opere architettoniche realizzate dall’architetto Bernardo Antonio Vittone, figura emblematica dell’architettura piemontese del Settecento. Fanno parte del complesso la chiesa parrocchiale dell’Assunta e San Nicolao, il Campanile, il Palazzo del Comune e l’oratorio di Giovanni Battista e Santa Marta. «Attualmente la facciata della chiesa è interessata da un intervento di restauro ad opera della Curia, realizzato con l’aiuto di fondazioni bancarie», spiega il vicesindaco Arcangelo Gallon. Il paese conta anche una torre campanaria molto antica. Si trova accanto alla chiesa di Santa Maria dell’Isola. La parte più bassa della torre è la più antica, risale a poco dopo il Mille, e la sua costruzione è contemporanea a quella della chiesa primitiva, anch’essa in stile romanico; vi si nota un arco che probabilmente era il portale d'ingresso della torre. La parte superiore della torre campanaria è in elegante stile romanico e risale ad un periodo che va dal 12° al 13° secolo. In paese ci sono poi altri edifici religiosi come il Santuario della Madonna di Loreto e la Chiesa di San Grato.
Il personaggio illustre
Una menzione particolare va al piccolo, ma prezioso museo dedicato a Giovanni Cena, che si trova accanto al comune. Giovanni Cena fu scrittore, giornalista, poeta, romanziere, saggista, critico d'arte e fotografo. Originario di Montanaro, dove nacque nel 1870, Cena si impegnò dal 1907 al 1917 alla fondazione di settanta scuole nell'Agroromano e nelle Paludi Pontine, al fine di combattere l'analfabetismo e la miseria delle popolazioni che vi dimoravano. Nel museo trova spazio una ricca collezione di fotografia e oggettistica dell’epoca legate alla vita di Cena. «Le attrattive di Montanaro non sono esclusivamente storiche – concludono gli amministratori –, ci sono anche percorsi naturalistici e sentieri nella zona vicina al torrente Orco che fanno parte del circuito della Corona verde di Torino. Nei prossimi mesi ci occuperemo di recuperare questi percorsi e renderli nuovamente fruibili ai visitatori». V.G.